GROSSETO – «Ogni specie presente per natura in un territorio lo è in quanto membro di un delicato equilibrio che garantisce l’armonia dell’ambiente.» Giacomo Bottinelli responsabile provinciale della Lav, torna a parlare della caccia in Maremma. «Al contrario la caccia ha da sempre alterato questo equilibrio, sottomettendolo agli interessi di chi cerca animali da uccidere. Da qui le immissioni di specie inadatte come il cinghiale ungherese in Maremma o il muflone al Giglio; oppure la distruzione di predatori come il lupo. La polemica sulla volpe cresciuta in questi giorni rappresenta perfettamente quanto sopra. E’ scontato che i cacciatori, nonostante il loro tentativo di ammantarsi di nobili scopi ambientalisti, hanno il primario e spesso unico interesse di abbattere animali e dunque di eliminare la volpe e ogni altro competitore che possa sottrar loro prede. Qui alla fine sfociano tutte le loro posizioni e idee ed è bene che i cittadini si rendano conto che siamo assediati da un partito trasversale che ogni anno dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio è libero di girare armato per le nostre campagne e di sparare a creature senzienti.»
«Lo stesso Piano Faunistico Venatorio pubblicato pochi giorni fa dalla Provincia – prosegue Bottinelli – parla chiaro delle responsabilità dei cacciatori nella diffusione del cinghiale: “Il rapido incremento della popolazione in ambito provinciale è da imputarsi con ogni probabilità all’effetto delle braccate, che incidono sulla mobilità degli animali, e soprattutto alle operazioni di foraggiamento, che fanno sì che non ci siano flessi demografici legati agli andamenti climatici e di produttività ambientale” (p.17). I cacciatori sono un danno e un pericolo: un danno perché alterano gli equilibri naturali e sono i primi responsabili della diffusione di quelle specie delle quali poi tentano di proporsi come controllori; un pericolo perché nella sola provincia di Grosseto tra cacciatori residenti e provenienti da fuori il numero di individui che imbracciano una doppietta tra l’autunno e l’inverno arriva a 16.000.»
«Senza dimenticare le tonnellate di bossoli e pallini lasciati sul territorio ogni stagione. La natura ha sempre fatto da sola ed è perfettamente in grado di equilibrare le proprie specie. Se poi l’uomo intende mettere le mani sull’ecosistema e alterarlo a proprio piacimento, allora tutti ne paghiamo il prezzo. E i primi sono gli animali, uccisi senza pietà per un gioco sadico che – conclude Bottinelli – non dovremmo insegnare ai nostri figli.»