ALBINIA – «Il Covid-19 ha, da qualche mese, stravolto la vita nel mondo intero con distanziamento sociale, divieto di assembramento, paura diffusa di contagio, difficoltà economiche per non poche famiglie. Quest’anno, anche la Misericordia di Albinia, nel rispetto della situazione creatasi a livello planetario con il diffondersi della pandemia, ha deciso di festeggiare in modo diverso il suo “compleanno”» affermano dalla Misericordia.
«Negli anni passati, l’ultima domenica di settembre era una giornata di gran fervore per tutti i volontari della Confraternita intenti già da giorni ad organizzare la “loro” mattinata che si apriva con la partecipazione di soci, autorità civili e militari, rappresentanti di altre associazioni, personale in servizio e non alla Santa messa nella chiesa parrocchiale di Albinia e proseguiva con un allegro e vivace pranzo sociale aperto a centinaia di persone».
«Quest’anno la ricorrenza si è presentata in maniera molto diversa, in conformità con il momento particolare, in una forma più riservata, per così dire, più intima rispetto agli anni precedenti, senza la presenza di Autorità, senza rappresentanti di altre Associazioni, senza il pranzo conclusivo».
«Essendo la Misericordia un’associazione ad ispirazione cattolica, il consiglio direttivo, in accordo con il correttore don Antonio Scolesi, ha ben pensato di riunire i confratelli e le consorelle attorno alla Mensa eucaristica. Infatti, tutti insieme, nel rispetto delle normative vigenti, come una grande famiglia, i volontari hanno partecipato, alle ore 11 nella chiesa di Albinia, alla Santa Messa officiata dal vescovo diocesano mons. Giovanni Roncari.Nonostante la giornata grigia e piovosa, insolita per un inizio autunno maremmano, i volontari presenti alla Santa Messa erano molti ed anche se debitamente distanziati hanno colorato la chiesa in giallo ciano» prosegue la Misericordia.
«Il vescovo ha inizialmente salutato i confratelli e le consorelle sottolineando che soltanto riconoscendosi tali, si fa veramente del bene, altrimenti si fa solo un servizio. Nell’omelia, poi, sua eccellenza, facendo riferimento in particolare alla seconda lettura e al Vangelo, ha specificato che avere misericordia significa vivere in pace con se stessi, accettando e superando i propri limiti: solo così si può avere misericordia verso gli altri. Occorre essere capaci di vedere il bene dovunque questo si trovi, perché il bene porterà sempre dei frutti ed è particolarmente importante che un’Associazione di Misericordia sappia riconoscere l’azione di Dio per potersi accostare agli altri, così come faceva San Vincenzo de’ Paoli che era il primo ad andare incontro alle persone conoscendo profondamente il territorio e l’ambiente in cui agiva».
«Nel corso della celebrazione, poi, sono state rinnovate le promesse dei confratelli e sono stati accolti i nuovi volontari che hanno terminato il corso, tra mille difficoltà per i problemi legati alla pandemia, poco prima dell’estate. Prima della conclusione della santa messa, il governatore Leonardo Bragaglia e il correttore don Antonio Scolesi hanno anch’essi ringraziato i volontari per quanto hanno fatto durante il periodo di piena emergenza Covid e per quanto stanno continuando ad operare nei confronti di chi ha più bisogno. E’ stata, comunque, anche quella di oggi una giornata molto partecipata e si spera in un ritorno alle vecchie e belle consuetudini il prossimo anno in cui ricorre il 30° anniversario della fondazione dell’associazione».