ALBERESE – Si è appena conclusa la terza campagna di scavi archeologici presso il sito romano dello Spolverino, all’interno del Parco Regionale della Maremma (a destra foto dello scavo. Fonte:Facebook). Le attività di ricerca sono condotte dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici della Toscana, in collaborazione scientifica con l’Associazione Culturale “Progetto Archeologico Alberese” di Grosseto e dirette sul campo da Mario Cygielman e da Gabriella Poggesi, Elena Chirico, Matteo Colombini e Alessandro Sebastiani. Per il secondo anno consecutivo è stata attivata una fieldschool internazionale, in collaborazione con la John Cabot University di Roma, alla quale hanno partecipato studenti europei, formandosi nelle discipline archeologiche sul campo. La documentazione fotografica è a cura di Paolo Nannini e le operazioni di restauro dei reperti sono dirette da Simona Pozzi.
L’area indagata coincide con un antico insediamento produttivo di età romana (I-VI sec. d.C.), cui si affianca un approdo portuale per il rifornimento e lo smistamento di merci provenienti da tutto il Mediterraneo. La campagna di scavi appena conclusasi ha permesso di identificare un impianto produttivo della prima età imperiale, molto probabilmente legato alla lavorazione del vetro, che fu sostituito da uno di più grandi dimensioni nel corso dell’età severiana (III sec. d.C.). Oltre a questa attività, sempre nel corso del III sec. il sito si specializzò nella produzione di oggetti in osso da utilizzare nella vita quotidiana, come spilloni, flauti e cerniere da mobilia. Allo stesso periodo risale la prima installazione di un impianto di cucine collettive per le persone che lavoravano in queste botteghe: all’interno di una delle 2 stanze del complesso, sono stati infatti rinvenuti almeno due grandi focolari, con ceramiche da fuoco e una padella in bronzo. Vicino ad uno di essi è stato inoltre scoperto un lararium, ovvero una piccola zona votiva dedicata al culto domestico.
Al volgere del III sec. d. C. si data l’installazione di un atelier per la lavorazione e produzione di oggetti in bronzo e ferro, con la costruzione di una forgia con canali di arrostimento dei metalli e una grande vasca in cocciopesto per la raccolta e la conservazione dell’acqua necessaria nelle lavorazioni metallurgiche.
Alla metà del V sec. d.C., sulle rovine e i crolli dell’insediamento fu realizzata una necropoli, che al momento ha restituito 5 sepolture, di cui 2 infantili, 2 di adulti e una rinvenuta vuota, poiché in antichità si era provveduto alla traslazione del defunto.
Il sito, copertosi dai primi strati di alluvium del vicino fiume Ombrone, conobbe un’ultima fase di occupazione con la conversione ad uso agricolo, come testimoniato dal rinvenimento di un campo arato fossile, databile nel corso del VI sec. d.C.; lentamente poi, nel corso dei secoli, il limo accumulatosi al di sopra dei depositi archeologici ha sigillato l’insediamento, permettendone una straordinaria conservazione.
Le indagini archeologiche presso Spolverino si avvalgono della preziosa collaborazione dell’Azienda Regionale Agricola di Alberese (proprietaria dei terreni) e dell’Ente Parco Regionale della Maremma, nonché del contributo dell’Ente Consorzio Bonifica Grossetana, che mette a disposizione i propri mezzi meccanici per l’apertura e la richiusura del cantiere di scavo. A tali Enti va il nostro più sentito ringraziamento per la disponibilità e la fattiva collaborazione nel proseguimento delle indagini.