“Chiudiamo Iside, facciamo gestire i corsi direttamente dall’Amministrazione Comunale e potenziamo il servizio delle scuole private riconosciute”. Entra con queste parole nella discussione aperta sugli asili pubblici Fare Grosseto, con un comunicato firmato da Amedeo Gabbrielli.
Secondo Gabbrielli “è importante partire dai bisogni delle famiglie come anche ricercare qualità e al contempo economicità”. “Pensare di coprire i bisogni delle famiglie di Grosseto solo con il servizio delle strutture private non sarebbe possibile – osserva l’esponente di Fare Grosseto – Occorre però lavorare affinché negli anni futuri questo succeda. Occorre sostenere e far crescere le strutture private oggi esistenti sul territorio. I cittadini devono comprendere i vantaggi di questo tipo di servizio”.
Ma come andare incontro ai cittadini alle prese con i bilanci familiari sempre più ‘magri’ e con bollette e mutui da pagare? Secondo Fare Grosseto c’è una soluzione. “Lo Stato dovrebbe riconoscere un rimborso per coloro che scelgono la scuola privata oppure concedergli la possibilità di detrarre la spesa dalla denuncia dei redditi. Nel dibattito sulla cosiddetta scuola privata (che sarebbe meglio chiamare ‘indipendente’, perché una funzione pubblica, come l’istruzione, può essere svolta anche da un ente non statale) c’è infatti un aspetto che si dimentica sempre: essa solleva di una quota di studenti, e dunque di spese, il sistema pubblico – sostiene Fare Grosseto – Questa è un applicazione del principio della sussidiarietà, lo Stato non dovrebbe disperdere energie per assolvere un servizio pubblico quando già questo può essere svolto dai cittadini. Lo Stato potrebbe riservarsi il ruolo di coordinatore e supervisore dell’attività” ed indicarne i criteri e le modalità da seguire (graduatoria per gli insegnanti, quote per i bambini).
Fare Grosseto crede fermamente che “I genitori devono essere liberi di scegliere l’istruzione che ritengono migliore per i loro figli, e visto che continuano a pagare per intero le tasse e dunque partecipano solidalmente come tutti gli altri al finanziamento della scuola pubblica, possono aspirare a una forma di rimborso parziale per il mancato utilizzo del servizio pubblico. Piero Fassino racconta terminate le scuole elementari frequentò l’Istituto Sociale dei padri gesuiti, rigorosi e severi, in grado di dare un’educazione di qualità. Pur essendo «una famiglia laica e sinistra», fecero evidentemente la scelta giusta, a giudicare dalla successiva carriera del figlio. Non solo. Blair del partito laburista scelse di mandare tutti e tre i figli a una scuola cattolica, una delle migliori di Londra” conclude Gabbrielli.