GROSSETO – «La morale della vicenda Coeso è chiara e serve a smascherare ancora una volta il metodo meschino, e in questo caso anche illegittimo, in cui il centrosinistra – Pd a fare da capofila – ama sguazzare» a parlare dell’esito dell’assemblea del Coeso è il centrodestra grossetano.
«Troppo corretto per questo Pd lasciare la poltrona nei tempi previsti (inizio 2020) dai Patti parasociali del febbraio 2018 e sottoscritti da 18 sindaci, riconosciuti validi in assemblea a più riprese dagli stessi sindaci di centrosinistra. Troppo leale, sempre per questo Pd, dare il via libera al nome di Antonfracesco Vivarelli Colonna designato dal Comune di Grosseto per la presidenza per il 2020-2022 del Coeso in quanto sindaco del capoluogo maremmano e rappresentante dell’area grossetana».
«Eppure rispettare gli accordi (specifichiamo presi davanti a un notaio) dovrebbe essere naturale, segno di rispetto e trasparenza nei confronti dei cittadini e di tutti gli utenti e della struttura del Coeso, anche a garanzia della continuità dei servizi sociali offerti in provincia – prosegue la nota del centrodestra -. Così è stato per il centrodestra quando fu messo a votazione in assemblea il voto alla presidenza di Giacomo Termine, già segretario provinciale del Pd, così è stato per il centrodestra anche oggi con la decisione di votare i punti all’ordine del giorno dell’assemblea, tra cui bilancio consuntivo e di previsione, l’autorizzazione dell’anticipo di cassa anno 2020/2021 della convenzione tra Coeso e Banca Tema, l’approvazione del Piano integrato di salute 2020/2022 e ovviamente la presidenza».
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«Proprio su questo punto rivendichiamo il contenuto dei Patti parasociali del febbraio 2018 con firma dei 18 sindaci: Vivarelli Colonna – se il Pd non si fosse ‘rimangiato’ la firma data (in questo caso per la precisione le firme date) – avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di presidente Coeso ormai da mesi, già dall’inizio dell’anno, perché a designare il nome è il Comune di Grosseto, che su tale punto si è già espresso all’unanimità. Il Pd glielo continua a impedire creando una situazione di illegittimità pur di dire no a Vivarelli Colonna. Lo fa a ridosso delle elezioni regionali e a poca distanza da quelle amministrative, evidentemente per continuare ad avere a disposizione un altro strumento per fare campagna elettorale: il tutto in piena logica Pd, con la politicizzazione della sanità e dei servizi sociali. Un modus operandi illegittimo con cui il caposquadra Termine trascina tutti coloro che si sono rimangiati la parola ad essere chiamati adesso a rispondere per vie legali».