GROSSETO – Seduta straordinaria a Grosseto della Commissione Selvicoltura della Fedaft, la Federazione degli Ordini dei dottori agronomi e dei dottori forestali della Toscana coordinata da Mirando Di Prinzio e convocata per analizzare le problematiche fitosanitarie delle pinete litoranee e quelle insorte sul Piano specifico di prevenzione incendi boschivi (Piano Aib) attualmente sospeso a seguito del parere emesso dal Consiglio di Stato che annulla la delibera RT 355/2019.
All’incontro hanno preso parte il presidente dell’Ordine degli agronomi e forestali della Provincia di Grosseto Domenico Saraceno ed il presidente della Federazione regionale dei dottori agronomi e forestali della Toscana Marta Buffoni, i quali hanno voluto esprimere ai numerosi professionisti provenienti dai diversi ordini provinciali della Toscana la loro “soddisfazione per le attività di progettazione e consulenza svolte in materia forestale sul territorio regionale con dedizione e competenza esclusiva”.
Nel corso della giornata sono stati svolti sopralluoghi alle pinete di Marina di Grosseto, Principina a Mare e San Carlo dove vi sono lotti accorpati di pineta anche di 14 ettari completamente secchi.
“Le problematiche fitosanitarie che interessano queste pinete – spiegano – sono purtroppo note ai professionisti, i quali evidenziano come negli ultimi anni si sia assistito ad una concomitante presenza di più agenti patogeni che in vario modo hanno fortemente condizionato il genere Pinus interessando sempre più la vita del pino domestico (Pinus pinea), la specie più imponente e rappresentativa anche sotto il profilo paesaggistico, che rende la pineta un paesaggio storicizzato delle zone costiere della provincia di Grosseto, ormai acquisito come tale dall’opinione pubblica e per questo salvaguardato dal vincolo paesaggistico presente con D.M. fin dal 1958.
Il problema è noto da tempo, ma il monitoraggio eseguito in questi ultimi due anni dall’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali della Provincia di Grosseto ha messo in luce una preoccupante ripresa della malattia dovuta agli insetti scolitidi. A giudizio dei professionisti s’intende mantenere la pineta con le sue caratteristiche ecologiche e paesaggistiche. Per farlo è necessario prevedere sia interventi selvicolturali da eseguire con rapidità, volti al contenimento delle patologie, sia interventi di pianificazione e monitoraggio attraverso i quali attuare le indispensabili azioni di prevenzione e bonifica fitosanitariae di rinnovazione artificiale di talisoprassuoli.
I professionisti agronomi e forestali sottolineano la necessità urgente di adottare un piano d’azione partecipato dai soggetti portatori di interesse pubblico e privato al fine di garantire tempestività nella esecuzione degli interventi e nella erogazione delle necessarie risorse finanziarie da destinare alla salvaguardia e perpetuazione di dette pinete, da compiersi mediante l’attivazione da parte della Regione Toscana di bandi dedicati nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale.
A tal fine è indispensabile prevedere l’armonizzazione e l’ottimizzazione delle procedure amministrative in capo ai diversi Enti competenti in materia ambientale forestale e paesaggistica con la necessaria dotazione da parte degli uffici istruttori di personale tecnico avente qualifica esclusiva in materia forestale.
Gli agronomi e forestali della Toscana ritengono inoltre di fondamentale importanza lanciare una campagna di comunicazione ed informazione dell’opinione pubblica, delle organizzazioni di categoria e delle amministrazioni pubbliche di ogni livello sulle problematiche delle pinete litoranee ed i relativi interventi colturali da attuare a salvaguardia e conservazione di questa tipologia di bosco.
In merito al pronunciamento del Consiglio di Stato sulla validità del Piano specifico di prevenzione anti incendi boschivi della Regione, che ha suscitato numerosi interrogativi circa gli aspetti autorizzativi ed anche nel merito delle scelte selvicolturali proposte, gli agronomi e i forestali toscani esprimono preoccupazione per l’esito dei diversi progetti già approvati sul Psr e collegati al piano stesso (Mis. 8.3 PSR). Allo stato attuale purtroppo detti progetti rischiano di non poter essere realizzati rendendo di fatto immobilizzate le risorse degli aiuti UE già ammesse dalla Regione Toscana per il loro finanziamento.
La sospensione di detti progetti almeno sino alla predisposizione da parte dei competenti uffici regionali delle modifiche normative richieste dal Consiglio di Stato, pervenuto con l’annullamento della delibera regionale 355/2019,vede minacciata la stabilità e la conservazione delle pinete litoranee in questione a causa dei rischi fitosanitarie di incendio destinati ad innalzarsi con il protrarsi del periodo di non intervento.
I Dottori Agronomi e Forestali della Toscana auspicano che la questione rappresentata possa esserel’occasione utile per affrontare il problema, sopra ricordato e più volte denunciato, della necessità di prevedere attraverso un processo di concertazione tra enti competenti, l’adozione di un ‘Procedimento unico forestale’. Non può infatti passare inosservato l’intervento del Consiglio di Stato che nel corpo del parere non esita a definire il problema come inestricabile intreccio di competenze che caratterizza la disciplina della gestione del patrimonio forestale nazionale, condizione che determina sempre più frequenti situazioni di incertezza giuridica e amministrativa ed il conseguente progressivo effetto di paralisi dell’intero comparto forestale che, in molti casi, peraltro, si rileva dannoso per gli stessi interessi ambientali fatti valere dalle associazioni ricorrenti”.