RISPESCIA – Mare, turismo, sostenibilità: parole che non possono mancare nei dibattiti di Festambiente, il festival nazionale di ecologia e solidarietà di Legambiente in corso a Rispescia (Grosseto).
Turismo costiero e isole smart e sostenibili sono al centro di questo sabato d’agosto con un incontro, coordinato dal direttore del Tirreno Fabrizio Brancoli, a cui partecipano il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani, il sottosegretario all’ambiente Roberto Morassut, il presidente del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano Giampiero Sammuri e i sindaci dei Comuni toscani insigniti con le 5 Vele di Legambiente e del Touring Club Italiano (Capalbio, Orbetello, Magliano in Toscana, Monte Argentario, Castiglione della Pescaia, Grosseto, Massa Marittima).
“La sfida della sostenibilità ambientale nelle isole italiane va raccolta su più fronti, a cominciare dallo sviluppo delle rinnovabili e dell’economia circolare al completamento della depurazione delle acque reflue, passando per la mobilità sostenibile e il contrasto all’erosione costiera che si mangia letteralmente i litorali sabbiosi”.
A parlare Stefano Ciafani, presidente di Legambiente.
“Sono davvero numerose le potenzialità di innovazione e di sviluppo che coste e isole hanno da offrire – prosegue – ma il panorama oscilla tra poche buone pratiche e tanti problemi aperti.
Piuttosto che pensare a inutili progetti come le nuove autostrade nel nord Italia, il ponte o il tunnel sullo Stretto di Messina, il confinamento dell’anidride carbonica nei fondali della costa ravennate proposto da Eni il governo pensi a destinare una parte importante dei 209 miliardi di euro che arriveranno dal Recovery Fund per rendere moderno e innovativo il territorio italiano con interventi per promuovere davvero la lotta alla crisi climatica, puntando con decisione su nuovi impianti a fonti rinnovabili, lo sviluppo dell’economia circolare, il completamento del sistema impiantistico fognario, la riconversione ecologica della mobilità e dell’approvvigionamento idrico.
In questo quadro, le isole minori si presentano come un ottimo campo di sperimentazione e, in parte, come cartina di tornasole dei mancati investimenti nel passato. Serve però una cabina di regia per superare i ritardi e alcune rilevanti barriere non tecnologiche, coinvolgendo Ministeri, Regioni e Soprintendenze che devono favorire questi processi anziché ostacolarli. Occorre cambiare le politiche in questi territori e accelerare gli interventi, perché sono ormai disponibili tutte le tecnologie necessarie alla chiusura di questi cicli, oltre a diversi finanziamenti europei, contributi nazionali e incentivi.
Gli obiettivi su cui lavorare nei prossimi anni sono molto chiari e anche concreti. Il primo è far crescere la produzione di energia da fonti rinnovabili (eolico e solare in primis) e accompagnarla con interventi di efficienza energetica, con l’obiettivo entro pochi anni della progressiva dismissione delle inquinanti centrali a fonti fossili esistenti.
Il secondo è puntare allo sviluppo dell’economia circolare, attraverso un’attenta filiera di raccolta differenziata, di riciclo e riutilizzo che riguardi tutti i materiali (carta, plastiche, metalli, ecc.) e la valorizzazione della frazione organica per la produzione di compost e biometano.
Il terzo è la realizzazione di un modello virtuoso di gestione delle risorse idriche: proprio perché l’acqua è una risorsa scarsa e quanto mai preziosa sulle isole la sua attenta gestione ed il recupero risultano di fondamentale importanza, e allo stesso tempo non è accettabile l’incompleta depurazione dei reflui in territori così straordinari e con tali potenzialità turistiche.
Il quarto riguarda la mobilità sostenibile, perché le isole minori hanno problemi di accessibilità e di gestione degli spostamenti in particolare nei mesi più frequentati dai turisti e diventa quindi fondamentale investire nelle innovazioni e nelle integrazioni oggi possibili tra mobilità elettrica, collettiva, in modalità sharing, ciclabile e pedonale.
Legambiente chiede anche di anticipare a prima del luglio 2021 il recepimento della Direttiva europea che vieta e limita alcune plastiche monouso, salvaguardando la chimica verde italiana leader nel mondo, e di approvare la Legge Salvamare ferma inspiegabilmente in Commissione Ambiente al Senato – conclude il presidente di Legambiente -. Oltre a una strategia nazionale per erosione, inquinamento e adattamento al clima, che riguardi non solo le isole ma tutti gli 8 mila chilometri di coste italiane”.