FOLLONICA – “Nel fosso Cervia c’è un problema con il passaggio di acqua tra le varie zone”. A lanciare l’allarme è Marco Stefanini, dell’associazione La Duna.
“Sembrerebbe che il fosso Cervia – scrive Stefanini – che scorre tra i comuni di Piombino e Follonica, sia una sorta di area di particolare attenzione per le sue caratteristiche naturali, vegetali e zoologiche. Infatti ci sono molte varietà di uccelli, mammiferi, rettili, anfibi, pesci e insetti che vivono nel fosso, nelle sue acque e nella vegetazione vicina”.
“Una sorta di Maremma che è riuscita a sopravvivere nonostante le strutture che sono sorte un poco dappertutto lungo il suo corso – aggiunge Stefanini – Gli aspetti però che creano dei dubbi, però, sono il taglio raso effettuato in questi giorni, “legale” perché il fermo biologico arriva al 30 giugno ma che poteva essere limitato ai soli bordo argine senza azzerare tutto, i rifiuti che da anni aspettano di essere rimossi nel tratto di fosso tra Torre Mozza e la Baia Toscana e il ponte- sbarramento che venne fatto a lato del ponte vero e proprio che collega la strada alla Torre. Questo sbarramento, sostanzialmente, funziona da argine e blocco alla circolazione delle acque tra la zona nord, dove l’acqua è presente e consente la vita di numerose specie tra cui tartarughe acquatiche, germano e altri, e la zona sud dove fino al confine con il comune di Follonica e l’inizio dell’area ormeggi, non c’è praticamente acqua e tutto è secco e morto”.
“Forse se questo sbarramento – conclude l’ambientalista – che non si capisce come mai sia stato costruito, venisse rimosso o almeno modificato con dei tubi per consentire il passaggio delle acque, non si avrebbe una differenza così abissale tra due parti vicinissime ma tanto diverse”.