La canapa è una pianta tanto antica quanto amata ed utilizzata. Questa pianta, appartenente alla famiglia delle cannabaceae, ha origini molto antiche visto che le prove storiche dell’utilizzo della canapa risalgono al Neolitico, grazie ad alcuni semi fossilizzati nelle grotte in Romania.
In Asia la canapa ha conosciuto presto una espansione importante. È possibile che sia nata nelle aree di passaggio dei cacciatori-raccoglitori, ricche di sostanze nutritive. Una pianta che, secondo alcuni studi, è cresciuta inizialmente nelle zone montuose dell’Asia centrale, in particolare Mongolia e Siberia meridionale. Gli esseri umani iniziarono a coltivare due diverse varietà, usandole per vari scopi. Nel 2.000 a.C. Cina, Giappone, India, Medio Oriente, Russia ed Europa Orientale coltivavano la pianta per due soli scopi: la cannabis psicoattiva o la fibra della canapa. Tra il 2000 e il 1400 a.C. furono scritti i Veda. Si tratta di testi sacri di una delle religioni più antiche del mondo, l’Induismo.
Anche nell’antico Egitto la canapa ebbe un successo davvero importante, tanto che nel 1550 fu scritto il Papiro Erbers che descriveva l’utilizzo di questa pianta per scopi terapeutici.
L’utilizzo della canapa – La canapa è stata utilizzata – come abbiamo detto – per diversi ambiti. Grazie alla canapa è possibile infatti estrarre una fibra particolarmente malleabile e resistente, che viene usata per la creazione di accessori e capi d’abbigliamento.
In Italia questo particolare utilizzo della pianta della canapa è stato molto in voga ad inizio del XX secolo tanto che la canapa era chiamata anche oro verde. Fino al 1939, infatti, l’Italia è stata leader europeo e mondiale, insieme alla Russia, proprio della coltivazione di canapa e produzione di filati e tessuti. Un primato che leggi proibizioniste e l’avvento di fibre artificiali e di origine petrolchimica, nel giro di qualche decennio, hanno quasi completamente cancellato. Uno smacco aggravato da investimenti mancati sull’innovazione del ciclo di produzione e dall’aumento conseguente dei costi di lavorazione.
Oggi la canapa industriale può essere filata in maniera molto più sottile e pregiata, fino a costruire camicie e tessuti leggeri, esattamente come il lino. Ma è anche vista come un materiale multiuso e sostenibile. Il mercato, anche se ancora incerto, è più ricettivo al prodotto.
La canapa in soccorso della terra – La canapa è stato spesso utilizzata per bonificare i terreni inquinati. La proprietà di bonifica terreni con la canapa rende possibile il fitorisanamento, ossia l’uso di questa pianta in zone ad alto tasso d’inquinamento come ex-siti industriali e ambienti in cui anche l’aria è ricca d’agenti inquinanti, che possono essere catturati e persino stoccati per un successivo utilizzo. Da diversi anni si è capito che la canapa ha delle spiccate capacità di riduzione dell’uso di pesticidi, fitofarmaci e diserbanti nelle colture, e ne diminuisce anche il fabbisogno d’acqua. Si tratta di un processo di fitobonifica, con conseguente miglioramento della fertilità del suolo, grazie alla capacità di assorbimento da parte delle radici di questa pianta dei componenti organici o inquinanti presenti nel terreno, che poi sono trasformati in qualcosa di meno pericoloso, oppure vengono ‘catturate’ e recuperate (nel caso del piombo, dello zinco e del ferro). Tale processo depurativo può avvenire anche per l’aria, perché la canapa può sequestrare il CO2 presente in un ambiente inquinato, e l’acqua, in cui questa magica pianta riesce a catturare l’ossido di azoto, l’ozono e gli agenti inquinanti che costituiscono l’indoor pollution.
La canapa per i rimedi naturali – Oltre ad aiutare la natura, la canapa rappresenta un valido alleato per combattere diversi disturbi. Un esempio su tutti è rappresentato dall’olio di canapa, come il cbd oil. L’olio di semi di canapa è una delle poche fonti vegetali di acido alfalinoleico. La sua principale caratteristica nutrizionale è quella di vantare, nella propria composizione, un ottimo equilibrio tra acidi grassi Omega 3 e Omega 6; nell’olio di semi di canapa, infatti, il rapporto tra Omega 6 e Omega 3 è, rispettivamente, di 3 a 1 e corrisponde a quello consigliato dai risultati della ricerca scientifica per l’assunzione di acidi grassi essenziali.
Grazie al suo elevato contenuto di acidi grassi omega 3 e omega 6 acidi grassi, l’ olio di canapa ha una composizione simile a quella dei lipidi cutanei, il che lo rende un ottimo emolliente naturale e idratante. E ‘particolarmente utile per la pelle secca, stanca o disidratata e unghie. Aumenta la capacità elastica della pelle e la ritenzione idrica nei tessuti. L’ olio di semi di canapa puro può essere usato per trattare i capelli secchi e è spesso incluso in balsami per capelli. Gli acidi grassi essenziali sono necessari per una struttura della membrana delle cellule sana. Essi impediscono anche la demielinizzazione, la distruzione della guaina mielinica (una membrana che protegge le cellule nervose).