GROSSETO – “Non passa giorno che si palesano anomalie progettuali e contraddizioni. La dipartita di Monica Calamai, seppur salutata con pochi rimpianti, lascia aperti scenari ancora da chiarire. La delibera del direttore generale 294 del 10 marzo conferiva alla dottoressa Calamai, per la Rete ospedaliera (13 ospedali) un ruolo speciale di responsabile unico che può agire ‘in deroga alle regole aziendali e con rappresentanza economico-finanziaria verso terzi’. È piuttosto evidente, dai dati attuali, che una delega così forte andrebbe ora revocata”.
A scriverlo, in una nota, il presidente provinciale di Fratelli d’Italia Fabrizio Rossi.
“A questa delibera – prosegue – si aggiunge la numero 339 che addirittura conferisce allo stesso responsabile il potere di spostare i medici ‘senza vincolo di sede e di disciplina’. Attualmente è sempre così oppure no? Interrogativi senza risposta al momento.
Poi c’è la delibera numero 531, atto di indirizzo per la Fase 2, senza particolari indicazioni operative o scadenze.
Nel capitolo rete ospedaliera è delineata una forte riorganizzazione che non sembra legata direttamente al Covid se non come pretesto.
Tale forte ristrutturazione è stata presentata alla conferenza dei sindaci o ai sindacati dei dipendenti?
Pare che per l’Ospedale di Grosseto sono elencati provvedimenti volti ad allontanare dall’Ospedale tutte le funzioni connesse al territorio, in totale controtendenza con la politica sanitatia regionale su integrazione ospedale – territorio.
Si prospetta un ospedale disegnato con pochi posti per acuti da trattare con alta tecnologia e dimissioni in pochi giorni. I casi recenti, apparsi sui giornali, paleserebbero, al contrario, la necessità di maggior cura verso i pazienti e non disinteresse. Però siamo già nella fase 3 o 4? Quindi cosa succede?
Dopo aver cercato di mettere in campo azioni di demolizione come la chiusura del Centro Prelievi di Grosseto (che tra l’altro è esterno ed autonomo rispetto agli altri corpi di fabbrica del Misericordia), abbiamo appreso che il potente e costoso macchinario, il Corelab, da strategico, – non fosse altro per il costo altissimo – sembra essere già dimenticato, dopo il tentativo di limitarne l’utilizzo, esternalizzando lo stesso servizio fuori dall’ospedale.
Dubbi e perplessità che ancora non hanno risposte soprattutto da chi dovrebbe dirigere la politica sanitaria: ovviamente tutte le azioni sono previste per Grosseto e non ad Arezzo, altra anomala strategia, forse perché si va verso un declassamento ulteriore di Grosseto?
Attualmente sono mancanti i direttori di Chirurgia vascolare, Urologia, Nefrologia. Il Direttore di Chirurgia generale andrà via a breve verso altra sede e lo stesso direttore di Medicina proverà a brevissimo a cambiare sede – conclude Rossi -. Sbagliamo noi o il sito Estar dal quale apprendiamo queste indicazioni?”.