GROSSETO – «Qui con noi dovrebbero esserci anche i genitori, quel che facciamo riguarda anche loro e i loro figli» a gridarlo, questa mattina, sotto il palazzo comunale, un gruppo di lavoratrici e lavoratori delle mense scolastiche, scesi in piazza con i sindacati.
Una quarantina i lavoratori presenti al picchetto organizzato da Filcams, Fisascat e Uiltucs per portare all’attenzione di opinione pubblica e istituzioni la situazione insostenibile delle lavoratrici delle ditte che hanno in appalto mense e pulizie negli istituti scolastici della provincia. 150 circa i lavoratori interessati in tutta la provincia.
«Stiamo parlando – hanno sottolineato i tre segretari di categoria Massimiliano Stacchini (Filcams), Catuscia Biliotti (Fisascat) ed Elisabetta Lanzoni (Uiltucs) – di più di 150 persone che non hanno ancora riscosso la cassa integrazione (Fis: fondo di integrazione salariale) per il periodo da marzo, quando è scattato il lockdown, alla chiusura della scuola a giugno. E che non lavorano da giugno a settembre quando la scuola è chiusa. Lavoratrici, prevalentemente, che hanno quasi sempre contratti part time e che in questa situazione assurda rischiano di trovarsi per almeno sei mesi senza stipendio».
«Per questo abbiamo chiesto al governo che gli ammortizzatori sociali siano prorogati fino a 27 settimane, in modo da dare un po’ di ossigeno a lavoratrici e lavoratori che rischiano di pagare più di altri gli effetti di questa crisi».