MASSA MARITTIMA – “La delibera non passa perché, dice il sindaco, Maurizio Giovannetti non può votare. Incompatibile? Probabile. Dal 2015 l’assessore, poi diventato anche consigliere comunale nel 2019, ricopre l’incarico di presidente del Consorzio Strade Vicinali Schiantapetto – Ghirlanda. Leggendo le norme di legge che regolano gli enti locali e dettano i requisiti che gli eletti devono possedere perché siano ammessi al consiglio, si scopre qualcosa che torna poco”.
A scriverlo, in una nota, la segreteria Pci Colline Metallifere e la Segreteria Federazione provinciale Pci Grosseto.
“Infatti – continuano dal Pci – il Testo Unico degli enti locali prevede i casi di incompatibilità e recita testualmente ‘Non può ricoprire la carica di consigliere comunale l’amministratore o il dipendente con poteri di rappresentanza o di coordinamento di ente, istituto o azienda soggetti a vigilanza in cui vi sia almeno il 20 per cento di partecipazione da parte del comune‘. Nella pratica Giovannetti doveva risolvere la questione prima di potere sedere in consiglio dimettendosi dalla presidenza del consorzio.
Ci sono pareri in merito del ministero competente e, nel recente passato, proprio a Grosseto si è verificato un caso analogo quando, nel 2011 un consigliere eletto, Riccardo Tinacci, era presidente di un consorzio di strade vicinali. Allora la situazione venne risolta prima del consiglio, qualche giorno antecedente alla seduta d’insediamento Tinacci si dimise dalla presidenza del consorzio, il fatto venne verbalizzato nella seduta e Tinacci, grazie alle dimissioni, poté svolgere il ruolo di consigliere.
Se non avesse dato le dimissioni probabilmente la sua nomina non sarebbe stata validata per incompatibilità e lui sarebbe rimasto fuori dal consiglio.
Così non è stato a Massa Marittima, dove nel giugno 2019 tutti i consiglieri sono stati validati, come risulta dalla delibera di consiglio, ma il dubbio sulla compatibilità di Giovannetti, che dal 2015 ricopriva la carica di presidente del consorzio Schiantapetto – Ghirlanda, resta proprio per il ruolo che lo stesso ha rivestito nel consorzio in quanto amministratore con poteri di rappresentanza, e questo potrebbe contrastare con le norme di legge.
Queste sono le motivazioni che hanno indotto il Pci a chiedere parere e l’intervento del Difensore civico della Toscana che più di una volta è stato chiamato in causa per nomine dove l’amministrazione non rispetta le leggi.
Cosa non da poco per il Pci, che ritiene il rispetto delle regole esempio che deve essere dato da chi governa. Qualora i risvolti della vicenda confermassero l’incompatibilità, non ci sarebbe che una strada, quella delle dimissioni di Giovannetti da consigliere, meglio se date responsabilmente in modo volontario.
Per il Pci è inutile che la maggioranza scarichi le proprie responsabilità su altri, i problemi sono tutti loro. Bastava che Giovannetti fosse fatto dimettere il giorno prima che la delibera sarebbe passata.
Una delibera che, come hanno ben ricordato i repubblicani, lasciava dubbi. Perché il comune dovrebbe fare il garante di un intervento la cui competenza è di un altro ente quando le sue funzioni dovrebbero essere quelle limitate alla vigilanza e alla compartecipazione alle spese per la parte di uso pubblico?
Per i lavori tutto si risolverà, Giovannetti sembra si sia dimesso e la delibera passerà, dispiace per i frontisti che dovranno sopportare ancora per qualche settimana i disagi presenti da anni su quella strada.
Un ultimo aspetto è bene rilevarlo perché oltre all’incompatibilità vi sono anche motivazioni di inopportunità che dovevano essere ben valutate da chi amministra e dalla politica per il doppio incarico rivestito da Giovannetti.
Infatti i più maligni potrebbero pensare che proprio grazie il doppio ruolo di candidato e presidente possa aver giovato a Giovannetti e alla sua compagine vantaggi dal punto di vista del consenso.
Questo potrebbe essere solo un pensiero che non ci sarebbe stato solo nel caso si avesse avuto la conoscenza delle norme o la voglia di evitare l’insinuazione dei dubbi.
Come Pci – concludono – ci viene da pensare invece che se questo è il modo di amministrare piccole realtà come quella del consorzio figuriamoci dentro gli altri carrozzoni di potere che cosa potrà mai succedere.