Dopo più di dieci anni di definanziamento della sanità pubblica, c’è un’occasione d’oro a portata di mano. Che porterebbe molto bene alla sanità Toscana. E quindi anche a quella della provincia di Grosseto, nel contesto dell’area vasta della Ausl Toscana sud est.
Quest’occasione si chiama linea di credito Covid-19 (240 miliardi) del Mes: meccanismo europeo di stabilità. Una “manna” che per il Belpaese potrebbe arrivare a quota 37 miliardi, rimborsabili in dieci anni al modicissimo tasso d’interesse dello 0,1%………
Certo, per alcuni inarrivabili cervelli elettronici una prestitessa vessatoria imposta dagli eurocrati di Bruxellles. Nel solco di un “pensiero” antieuropeo solidamente ancorato a pilastri di sabbia. Dal momento che anche una persona affetta da discalculia grave capirebbe che un miliardo allo 0.1% d’interesse, in dieci anni costerebbe allo Stato appena dieci milioni di euro. Mentre lo stesso miliardo ottenuto con i mitici “Btp Italia” all’1.4%, in dieci anni costerebbe 140 milioni d’interessi. Bene che vada, visto che garantiscono l’indicizzazione (rendimento al netto dell’inflazione). Chi vive nell’iperuranio – ci perdoni Platone – d’altronde, non ha contatti con le cose terrene.
A spiegare tutto questo, il presidente della Regione Enrico Rossi, in un’intervista a repubblica di giovedì 4 giugno. «Se noi prendiamo i soldi dal Mes e li investiamo ad esempio in strutture sanitarie e socio sanitarie e tecnologie avremo un ritorno in termini di Pil, un ritorno per l’Erario e occupazionale. Come possiamo dire di no?». «Elementare Watson». Verrebbe da dire, citando lo Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle.
Evitando di buttarla in politica, anche se la tentazione sarebbe legittima e forte. Cosa potrebbe significare per la provincia di Grosseto il ricorso ai fondi del Mes? Proviamo a immaginare, facendo un ipotetico e immaginario elenco della spesa. Partendo dall’ordine di grandezza che lo stesso Rossi ha citato per gl’investimenti già programmati nell’intera Toscana (prima della linea di credito per la sanità del Mes): 2 miliardi di euro. Uno dei quali per il nuovo ospedale di Livorno e per completare il nuovo polo di Pisa a Cisanello.
A Grosseto, ad esempio, potrebbero essere subito finanziati tutti i lavori mancanti di ristrutturazione del vecchio Misericordia, recuperando spazi per il “polo donna”. Dove concentrare ostetricia, ginecologia, senologia e quant’altro. Oppure potrebbe essere realizzato un grande e accogliente ospedale di comunità dedicato alla cura di persone con patologie cronicizzate.
Rimanendo nel capoluogo maremmano, poi, sarebbe finalmente in grado di decollare il progetto – di cui si è parlato più volte senza alcun seguito – di un polo dei servizi socio-sanitari al “Pizzetti”, con casa della salute, centro prelievi, medici di medicina generale h12, specialistica ambulatoriale, e chi più ne ha più ne metta. Peraltro lo stesso tipo di struttura a servizio della cosiddetta “medicina territoriale”, potrebbe essere realizzata sull’altro lato della ferrovia per servire i quartieri a nord della città.
Guardando invece in giro per la provincia, i soldi del Mes – spesi secondo criteri di efficacia sanitaria, non di convenienze elettorali (chiunque governi) – potrebbero finanziare velocemente la riorganizzazione degli ospedali di Orbetello, Massa Marittima, Castel del Piano e Pitigliano, trasformandoli una volta per tutte in funzionali terminali periferici della rete ospedaliera provinciale e di area vasta. Evitando, anche in questo caso, di fare cazzate demagogiche coi soldi pubblici, come il “polo dell’omeopatia e dell’agopuntura”. Potrebbe essere ampliata la rete delle piazzole dell’elisoccorso, adattandole tutte al volo notturno. Potrebbero, in pochissimo tempo, essere realizzate tutte le case della salute previste, completando la rete di capillari servizi socio sanitari territoriali. Poi, auspicabilmente, potrebbe essere integrata la rete delle Rsa pubbliche, in modo da dare una risposta organica e di qualità anche al tema gigantesco ma rimosso della non autosufficienza.
«Ad abundantiam». Con le risorse del Mes “sanitario”, peraltro, si potrebbe intervenire anche su altri ambiti, accessori. Ad esempio realizzando vicino all’ospedale di Grosseto – ma non solo lì – un grande asilo nido/scuola materna, per facilitare la vita alle famiglie in cui lavora personale sanitario, e a quelle che devono frequentare a lungo l’ospedale e hanno figli. Dando una soluzione seria al tema della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Con un welfare di comunità finalmente adeguato.
Insomma la linea di credito iper agevolato del Mes è davvero un’occasione d’oro. Da stropicciarsi gli occhi, tanti sono i vantaggi che porterebbe. Cosa di cui bisogna ringraziare fra gli altri l’Europa, Bruxelles e gente come il ministro dell’economia Roberto Gualtieri – dio lo conservi in salute, lucido e pugnace.
Magari a questo giro, evitiamo tutti di concentrarci sulle cazzate e impegnamoci, ognuno come può, in una battaglia utile in modo particolare alla nostra comunità. Anche perché la Toscana ha già un servizio sanitario più che buono, e grazie al Mes potrebbe diventare un vero e proprio gioiello. La qual cosa non dovrebbe fare proprio schifo a nessuno.
Scienziati laureatisi al bar a parte, naturalmente. Per i quali, a proposito di salute, l’unica strada è il Tso (trattamento sanitario obbligatorio).