GROSSETO – A piedi o in bicicletta, in tanti, in questi giorni, hanno scelto come meta per le loro passeggiate e per l’attività motoria il Parco di via Giotto. Vero grande polmone verde della città, il parco, conosciuto anche come “velodromo”, è da sempre uno dei luoghi preferiti dai grossetani, sopratutto in primavera e in estate.
E adesso, in tempo di restrizioni e di limitazioni, con ridotte possibilità di spostamento, i parchi cittadini e le piste ciclabili di Grosseto sono molto frequentati e tra questi il primato delle presenze va ogni giorno al parco di via Giotto.
Alla fine della prima settimana della cosiddetta “fase 2”, durante la quale tutti hanno avuto la possibilità di uscire dalle proprie case e rimanere fuori all’aria aperta pur rispettando le regole minime di sicurezza, si può tracciare un primo bilancio del comportamento dei grossetani nel luogo che in questi giorni, come dicevamo, è stato quasi sempre affollato.
Noi abbiamo monitorato per tre giorni diversi il parco e abbiamo notato come la situazione, rispetto all’inizio di questa settimana, sia andata man mano migliorata. A dire la verità in parte è merito sia dell’attenzione delle persone, sia del piano messo in piedi dalla Protezine civile. Da un paio di giorni infatti proprio al parco di via Giotto sono presenti almeno una decina di volontari di diverse associazioni, tra cui la Vab e la Misericordia, che controllano il flusso della gente e all’occorrenza danno consigli e suggerimenti o invitano a tenere comportamenti adeguati. Sono anche provvisti di mascherine che consegnano nei casi in cui ci sia qualche persona senza protezione che arriva al parco. Insomma un lavoro prezioso e non invasivo che invece di puntare su repressione e multe, almeno per il momento, si basa su collaborazione e fiducia.
Il punto debole rimangono comunque i giovani. Da quello che abbiamo notato sono i ragazzi, soprattutto adolescenti, che fanno più fatica a rispettare gli obblighi di questi giorni. Non è difficile, anche se rispetto ai primi giorni della settimana questo fenomeno è meno evidente, incontrare gruppi di ragazzi senza la mascherina o con la mascherina abbassata sul collo.
Questo, dobbiamo dirlo, è uno dei comportamenti più pericolosi che si possa tenere e alza il rischio del contagio del coronavirus. Perché? Perché in questo modo non soltanto si creano degli assembramenti tra persone che non provengono dalla stesso nucleo familiare, ma si fa anche senza la protezione della mascherina.
Tra le scelte compiute dall’amministrazione da ieri intanto è stato chiuso il percorso della palestra all’aperto: anche in questo caso nei giorni scorsi bambini e adulti si avvicinavano ai vari attrezzi che come è facile capire visto che vengono toccati da tutti diventano una possibile fonte di contagio.
Da segnalare anche un altro tipo di comportamento sbagliato: nell’area dello skate park in alcuni casi bambini piccoli giocano a calcio. Questa è un’attività pericolosa che deve essere evitata e naturalmente l’appello è indirizzato ai genitori dei piccoli.
Diverso invece è il caso dei ragazzi adolescenti: in questo caso il controllo da parte dei genitori è più complicato, ma forse è necessario che ognuno di noi si faccia carico di un po’ di responsabilità e in alcuni casi inviti a indossare la mascherina sopratutto se in presenza di altre persone vicine. Lo dobbiamo a tutte quelle persone che hanno dato la vita per salvarne altre e a tutte le vittime che questo virus ha causato nel nostro Paese e anche nella nostra provincia.