FOLLONICA – L’idea era di raccontare una Follonica deserta, ma camminando tra le vie del suo quartiere Senzuno, il fotografo Carlo Tardani all’improvviso ritrova tanti frammenti della sua infanzia; pezzi di un tempo in cui la vita sul litorale scorreva lentamente, ma non per questo priva di spirito.
E quegli anni li ha deciso di immortalare attraverso i protagonisti di oggi, prendendo spunto dalle attività che il Dcpm ha permesso di lasciare aperte al pubblico in questo momento di allarme pandemico.
Dai suoi scatti nasce un album fotografico rigorosamente in bianco e nero, in cui ogni immagine è accompagnata da un breve testo. Sono nati così i “Diari Minimi Senzunesi” che accolgono questo momento di lockdown con un filo di poesia riportando i suoi abitanti indietro nel tempo per conoscere i protagonisti di ieri. Un omaggio al suo quartiere, che, come è noto, nella città del Golfo vanta una collettività storica, ma anche a tutti quei commercianti che in piena pandemia non hanno abbassato le saracinesche permettendo così ai cittadini di continuare a rifornirsi con i generi di prima necessità.
Il suo percorso all’interno delle storie dei senzunesi di ieri e di oggi fa così tappa negli esercizi commerciali aperti al pubblico; dalla macelleria al panificio, dalla farmacia all’edicola.
I suoi scatti raccontano il suo quartiere, orgogliosamente chiamata la “Libera Repubblica Senzunese”, a cui Carlo aggiunge alcuni aneddoti di una memoria collettiva. Ad esempio ci racconta del “Biondo”, l’Appaltino, ovvero il tabacchino storico, degli anni ‘70.
«Accompagnando mio nonno – scrive Carlo – a comprare la sua dose settimanale di Toscanello, ricordo il Biondo appoggiare sul bancone una voluminosa cassa di sigari sciolti che mio nonno acquistava singolarmente solo dopo averli portati al naso per saggiarne l’aroma, poi con due dita farli scricchiolare per valutare l’essiccazione per poi, udite udite, metterlo in bocca e soppesarne il tiraggio. In seguito rimetteva quelli non di suo gradimento nel mucchio per acquistare solo il Toscanello scelto. Roba che se lo fai oggi, i Nas ti piombano la saracinesca fino alla settima generazione».
Vale la pena conoscere le storie dei “Diari Minimi Senzunesi”, che l’artista pubblica quasi quotidianamente sull’apposito gruppo Facebook “C’era una volta … Senzuno” (https://www.facebook.com/groups/240571569466227).