GROSSETO – Dopo aver parlato del corretto uso delle mascherine, oggi vogliamo parlarvi dell’uso dei guanti riprendendo integralmente un articolo del collega infermiere e amico Francesco Falli, Vice Presidente OPI la Spezia, con cui abbiamo spesso collaborato.
Intorno ai guanti come mezzo per la prevenzione della pandemia si è creata una lunga lista di equivoci e, insieme, di situazioni equivoche.
I cittadini non possono diventare improvvisamente dei grandi esperti di gestione dei mezzi di protezione individuale ma, proprio per questo, sentiamo il dovere di dare qualche indicazione, anche perché fino ad oggi semplicemente non ne sono arrivate, e questa non è certo “colpa” dei cittadini ma di una più diffusa assenza di educazione sanitaria nazionale, che semplicemente non si fa più.
È stato ricordato ”di usare guanti e mascherine” e si è visto come, all’ingresso di molti supermercati, si può disporre di guanti da indossare prima di iniziare la spesa.
Ora, se sicuramente l’uso dei guanti può essere utile nel controllo della diffusione del virus, lo stesso uso deve essere sicuramente adeguato ed intelligente, mentre senza attenzione rischia di diventare pericoloso.
Indossare i guanti all’uscita di casa, usando ininterrottamente lo stesso paio sul bus, in negozio, in più negozi, di nuovo sul bus, oppure guidando l’auto, non sembra essere la via migliore, perché nulla può sostituire il lavaggio frequente delle mani, ogni qual volta ciò può essere fatto, e l’utilizzo di gel disinfettanti.
Per portare un esempio molto chiaro, che può aiutare a comprendere ciò che stiamo cercando di dire, ecco di cosa siamo stati testimoni questa mattina durante una breve pausa al bar dell’ospedale che, come è noto, resta aperto in base al Dcpm del 4 marzo scorso: un signore, entrato direttamente nel bar con un paio di guanti blu, ha chiesto un panino imbottito.
Ha iniziato a mangiarlo, e con le dita guantate ha spostato le fettine di salame che rischiavano di cadere dal panino stesso, panino che continuava a toccare direttamente, con le stesse dita guantate.
La domanda è: dove si erano, intanto, appoggiate queste mani, queste dita? Con ogni probabilità la soluzione migliore sarebbe stata, in questa occasione, quella di levare i guanti subito prima dell’ingresso nel bar (ci sono i cestini) e lavare le mani nei bagni adiacenti oppure, sempre dopo avere levato i guanti, usare l’ottimo gel disinfettante a disposizione dei clienti all’ingresso dello “spaccio” ospedaliero.
Una terza soluzione, non ottimale come le prime due suggerite, ma sicuramente migliore di quanto ha invece scelto il signore, avrebbe potuto essere quella di utilizzare il gel disinfettante sui guanti, al fine di ridurre la “carica infettiva” sicuramente presente, quando ha usato i guanti stessi per sistemare le fette di salame.
Il problema dei guanti, un problema che coinvolge in alcune occasioni perfino gli stessi sanitari, come è stato dimostrato con studi di settore, è la ”falsa sicurezza” che deriva dall’indossarli.
In realtà, le mani nude lavate con frequenza sono nettamente più sicure di un paio di guanti indossato per ore, che può trasmettere infezioni anche allo stesso portatore perché su quella superficie, se mai trattata, si accumulano batteri, virus e microorganismi potenzialmente infettivi ed a quel punto basta un gesto innocuo, come quello che abbiamo qui descritto, per favorire la trasmissione di microorganismi di ogni genere.