PORTO SANTO STEFANO – Prosegue (purtroppo) l’emergenza coronavirus, e prosegue l’impegno su più fronti dei volontari della Confraternita di Misericordia di Porto Santo Stefano.
Ferma restando la collaborazione con il 118 per la gestione delle emergenze sanitarie, i volontari coordinati dal governatore Roberto Cerulli continuano a distribuire generi di prima necessità a quanti ne hanno bisogno. All’arrivo delle forniture, si distribuiscono le mascherine gratuite a domicilio, anche per evitare assembramenti nei supermercati e nelle farmacie.
Contestualmente prosegue la consegna di tablet e notebook per la didattica a distanza per la scuola primaria e secondaria di Porto Santo Stefano e Porto Ercole. I dispositivi vengono assegnati dalla scuola in comodato d’uso a chi ne ha fatto richiesta. La Confraternita si è fatta carico della consegna per evitare che i beneficiari uscissero di casa.
“Abbiamo agito – sottolinea Cerulli – in accordo con l’Istituto Comprensivo al quale abbiamo rinnovato la nostra disponibilità per le esigenze educative dei ragazzi e delle loro famiglie. Ringraziamo la preside Rosa Tantulli per averci dato questa possibilità”.
Inoltre va avanti, con ottimi riscontri, il servizio di telecompagnia, denominato “Una telefonata migliora la vita”. Un gruppo di volontari, dal lunedì al venerdì, dalle ore 16.00 alle 18.00, rispondono al numero 353 40 67 512 per parlare con le persone che, dopo quasi due mesi di isolamento, avvertono il bisogno di scambiare due chiacchiere con interlocutori pronti ad ascoltarle, scambiare opinioni. Insomma, alleviare il senso di noia e di solitudine. Dall’altro capo del telefono ci saranno anche esperti del settore psicologico e legale per far fronte a situazioni particolari.
“Sulla Misericordia di Porto Santo Stefano si può dunque contare per molte condizioni provocate – o aggravate – da questo difficile momento – concludono -. Ed i cittadini non devono esitare a chiedere un sostegno, con la consapevolezza di trovare persone ben liete di fornirlo solo per il piacere di tendere una mano”.