FOLLONICA – Tra panifici, librerie ed esercizi vari stamattina nella città del Golfo è comparsa una versione stampata della petizione che da qualche giorno sta facendo il giro del web. La petizione, che chiede al prefetto di Grosseto, Fabio Marsilio, di anticipare il ballottaggio a giugno, è intanto arrivata alla soglia delle 400 firme online mentre una copia del testo è stata inviata anche alla Prefettura tramite posta certificata.
Ma quale percorso può avere questa iniziativa? In realtà si tratta soltanto di una testimonianza ed espressione di opinione dal significato legale irrilevante, ma è pur sempre lo specchio della singolare situazione politica di Follonica, che dal 17 dicembre 2019 aspetta di tornare alle urne per eleggere il proprio sindaco. In questo periodo di emergenza l’assenza di un sindaco pesa soprattutto a imprenditori e commercianti, che necessitano di azioni mirate e politiche a sostegno delle proprie categorie.
È molto difficile immaginare che una raccolta firme possa avere un’influenza decisiva sullo scenario elettorale a tal punto da ribaltare l’ultimo decreto prefettizio in cui il ballottaggio di Follonica è stato nuovamente rimandato, anziché il 10 maggio come deciso al primo rinvio a marzo, questa volta non si dovrebbe tornare alle urne fino al mese di settembre. Infatti si tratta di un’iniziativa con il semplice scopo di sensibilizzazione delle autorità.
Molti cittadini, senza voler criticare l’operato del commissario prefettizio Alessandro Tortorella, reclamano un’amministrazione con tutti gli esponenti della giunta previsti, convinti che nella delicata e drammatica fase 2 o 3 del coronavirus, c’è bisogno di decisioni politiche e programmazioni a lungo termine, azioni che solo un sindaco può avviare. La petizione, certo, non si può definire nemmeno uno spiraglio di speranza, ma, se non altro, è la legittima richiesta d’ascolto da parte di molti cittadini.
In un ipotetico scenario, in cui tutte le attività riapriranno, molto probabilmente non più tardi del mese di giugno, da un punto di vista di sicurezza non vedono il motivo che può impedire il ritorno alle urne. In questi lunghi mesi di chiusura, il concetto di distanza, le file, le modalità di disinfestazione individuale sono entrati ormai nel quotidiano di ognuno, come dimostrano le lunghe e disciplinate file davanti ai supermercati. Per quale ragione, nelle stesse modalità, non dovrebbe essere possibile votare, adottando tutte le misure di sicurezza del caso, è la domanda che si fanno in tanti.