PORTO SANTO STEFANO – Il governatore della Confraternita della Misericordia di Porto Santo Stefano, Roberto Cerulli, ha scritto una lettera per ringraziare i volontari per l’emergenza coronavirus. Di seguito il testo.
Nel 1855 a Porto Santo Stefano giunse un’imbarcazione con a bordo un marinaio che aveva contratto il colera in un altro porto del Tirreno. Contrasse l’infezione prima lui, poi un’altra persona, poi un’altra ancora e poi un’altra…così essa diventò presto epidemica: si diffuse rapidamente in Maremma e in Toscana, causando molte vittime. Solo a Porto Santo Stefano 204 decessi su una popolazione di 3000 persone.
Sapete chi c’era a quel tempo? La nostra Confraternita del Santissimo Sacramento chiamata a prestare la sua opera di misericordia
1885….2020 la storia si ripete. Noi siamo sempre lì, a garantire il servizio.
Cari soccorritori, cari volontari, oggi come allora in prima linea.
Sicuramente, anche a quel tempo, ci sarà stato chi era pronto a portare cure, chi a trasportare gli ammalati, chi ad aiutare una vedova o un bambino orfano, chi a condividere i generi alimentari, chi a portarli alle famiglie più povere, chi pronto a donare, chi si è proposto per dare una mano, chi ad improvvisare mascherine per non contrarre il colera….
Oggi come allora. La storia si ripete.
Cari soccorritori, cari volontari, il vostro cuore, la vostra bontà è come il cuore e la bontà di chi ci ha preceduto. Di chi prima di noi si è messo al servizio del prossimo.
Immagino Porto Santo Stefano in bianco e nero, lo vedo nelle foto ingiallite e avverto il dolore di quel tempo per tutte quelle morti.
Adesso è storia, sono ricordi… ma state tranquilli che un giorno qualcuno ricorderà il vostro impegno di oggi.
Un impegno sicuramente più professionale di allora, più tecnologico, forse più consapevole, ma un impegno fatto con il cuore e con la testa.
Cari ragazzi, di fronte a questa emergenza non vi siete tirati indietro. Non avete detto ‘no’ al servizio quotidiano a bordo delle ambulanza. Anzi! Avete garantito maggiore disponibilità, aggiungendo altri numerosi servizi di bene: la consegna dei farmacia al domicilio, la spesa alle persone che non possono uscire, alle famiglie indigenti e poi le tante persone che si sono unite a noi per contribuire come possono…una catena di bene e di grande umanità.
Il servizio però più gravoso, permettemi, è sicuramente il servizio di emergenza 118. La prima regola che insegniamo nei nostri corsi è la ‘scena in sicurezza’: nessun intervento deve avvenire in condizioni dove la sicurezza non sia garantita per il soccorritore. Controlliamo che non ci siano pericoli…che normalmente vediamo: oggi affrontiamo l’emergenza con un pericolo che non vediamo…. è il virus. Non si vede!
Ma c’è, pronto a colpire. Questo complica i nostri interventi, complica la nostra operatività. Ogni servizio ci da più stress, asia, paura.
Non siamo eroi. Abbiamo paura, temiamo per noi, per le nostra famiglie….ma siete comunque li: a bordo delle ambulanza pronti per ogni chiamata e per ogni soccorso. E’ ammirevole.
Ogni giorno la sala operativa della Misericordie mi chiama per un report di dati …e alla domanda ‘problemi di copertura dei turni?’, rispondo con fierezza ‘nessuno’.
Non vi siete tirati indietro, ma ci siete, ci siamo.
Sicuramente lo facciamo per il prossimo ma anche per noi: l’esserci ci ripaga dentro, ci fa sentire protagonisti della storia, delle tante storie che ogni giorno salgono sulle nostre ambulanze e che nessuno conosce.
In questi giorni tante piccole storie ed episodi: una signora anziana ci ha chiamato per accendere la stufa, un giovane in quarantena per portargli i generi alimentari, una mamma per donarci i giocattoli del figlio per altri bambini, le tante associazioni in movimento per offrirci offerte e collaborazioni. Persone inferme per ritirare ricette e farmaci.
Una comunità in movimento
Vi chiedo di continuare a crederci, di continuare a sperare che arriveranno presto tempi migliori e che ci ritroveremo insieme a raccontare ogni fatto vissuto oggi, come un ricordo di ieri.
Abbiamo messo nella nostra sede lo striscione “andrà tutto bene”: è oggi un messaggio di speranza, ma sicuramente il messaggio più bello di speranza è il vostro sorriso dietro le mascherine, è lo sguardo illuminato che appare da dietro gli occhiali protettivi è il vostro cuore che batte dietro il camice di tessuto non tessuto che protegge le nostre divise.
E un grazie anche per la vostra testimonianza di unità: ritorneranno i tempi in cui litigheremo, ma in questo periodo la vostra unità e la vostra collaborazione sono commoventi. Vedendo la nostra associazione vedo proprio una famigli unità che lotta e spera contro il corona virus.
Un Governatore non può essere orgoglioso di voi!
Come può un santostefanese non essere orgoglioso di voi, del vostro servizio quotidiano e dei rischi che correte ad ogni uscita.
Grazie ragazzi!
Grazie soccorritori!
Grazie volontari!
Iddio ve ne renda merito!
La nostra patrona Caterina Sordini protegga il nostro impegno e le nostre famiglie.