GROSSETO – “Decenni di errori: avevamo ragione a chiedere più sanità pubblica e a contrastare la precarizzazione del lavoro. Ora occorre dare più sostegno economico a chi è colpito dagli effetti dell’emergenza epidemiologica, a partire dalle fasce sociali più deboli e dalle categorie di lavoratori prive di tutele. E chiunque non lavori in settori davvero essenziali e di pubblica utilità deve avere il diritto di restare a casa”. A scriverlo, in una nota, Toscana a sinistra, che così annuncia la sua candidatura alle prossime elezioni regionali toscane.
“Occorre fare l’interesse di tutti e non di pochi: solo così potremo uscire insieme dall’emergenza sanitaria, economica e sociale generata dalla diffusione del virus Covid-19 – proseguono -. Perciò Toscana a sinistra, questo il nuovo nome del progetto comune ancor più largo rispetto al 2015, sarà presente sulla scheda alle prossime elezioni regionali. Molte e molti ci avevano chiesto di esserci, e adesso, di fronte ad un fatto epocale come l’emergenza coronavirus, riteniamo necessario farlo. Perché avevamo ragione a batterci, in tutti questi anni, per una sanità pubblica e universale e a favore dei beni comuni. E perché il dramma in corso sembra aver insegnato ben poco, a livello nazionale e regionale”.
“La destrutturazione e il sottofinanziamento della sanità pubblica e la sua lenta privatizzazione sono stati il cuore delle politiche del centrodestra e del così detto centrosinistra, anche in Toscana, dove queste scelte hanno comportato la chiusura o il depotenziamento di svariati ospedali e il taglio dei posti letto, fino alla controriforma voluta da Enrico Rossi e Stefania Saccardi nel 2015 per accorpare le Asl della regione e nascondere, dietro questa operazione, un’ennesima riduzione del personale – continuano da Toscana a sinistra -. Per anni è stato raccontato che la sanità pubblica era il passato, mentre il mercato sarebbe stato futuro. Oggi, molti piangono sul latte versato, compresi gli altri candidati alla presidenza e le loro coalizioni. La lezione di questa emergenza è limpida: occorre assumere e farlo con contratti stabili, investire risorse regionali e nazionali adeguate e rilanciare il servizio sanitario nazionale, abbandonando la strada del regionalismo differenziato”.
“Noi abbiamo avanzato, prima e durante l’emergenza, decine di proposte concrete – vanno avanti -. Fra queste la “requisizione in uso” non solo di strutture sanitarie ma anche di attività produttive necessarie alla produzione di beni fondamentali, come le mascherine e altri dispositivi di protezione individuali. Allo stesso tempo la chiusura delle attività produttive non essenziali da parte del governo nazionale è stata insufficiente e attenta ai voleri di Confindustria, per questo i sindacati e i lavoratori si stanno mobilitando e noi li sosteniamo perché il diritto alla salute viene prima dei profitti. La Regione emetta ordinanze più restrittive ed emani linee guida più stringenti sulle condizioni di sicurezza degli ambienti di lavoro, prevedendo che l’adozione di tutte le misure di prevenzione, come la distanza di sicurezza, e l’utilizzo di dispositivi di protezione siano dichiarati cogenti e non rinunciabili, a differenza di quanto prevede il Protocollo nazionale”.
“L’altra urgenza è dare sostegno economico alle tante persone in estrema difficoltà a causa dell’emergenza e, a differenza di altri paesi europei, le risorse stanziate dal Governo sono assolutamente insufficienti – continuano -. Abbiamo presentato proposte per istituire il cosiddetto “reddito di quarantena” per tutte le categorie di lavoratori non tutelate, anche attraverso la previsione di uno specifico fondo regionale, e che la Regione contribuisca a velocizzare i tempi degli ammortizzatori sociali: chi è senza lavoro e senza stipendio non può aspettare. Così come l’istituzione di un fondo regionale a sostegno di chi, a causa dell’emergenza, si troverà in difficoltà a pagare l’affitto. Noi, senza populismi, con Tommaso Fattori, candidato in pectore alla presidenza della Regione alle prossime elezioni, e con Paolo Sarti, promuoviamo l’autoriduzione dello stipendio di consigliere e la devoluzione alle necessità dell’emergenza”.
“Facciamo in modo che questa tragedia almeno possa insegnarci qualcosa, che la vita delle persone viene prima dei profitti e che solo il bene collettivo e i servizi pubblici tutelano la collettività – concludono da Toscana a sinistra -. Per questo ci siamo e ci saremo, battendoci per gli obiettivi che abbiamo sempre sostenuto con coerenza, nelle piazze, nei movimenti e nelle istituzioni. Siamo di fronte ad una pandemia e non ad una guerra, la democrazia non può essere sospesa e le comunità territoriali non possono essere annullate”.