MASSA MARITTIMA – «Il sindaco di Massa da una parte non vuole polemiche e dall’altra le genera accusando di sciacallaggio chi offre disponibilità, idee e proposte per cercare di fronteggiare un’emergenza che, probabilmente, è stata sottovalutata da tutti» affermano Daniele Gasperi, Lorenzo Pozzo, Valter Cioni, Mauro Lorenzini e Rossano Campinoti della segreteria Pci Colline Metallifere.
«La segreteria del Pci delle Colline Metallifere non scivola nella bagarre, rimane sui problemi e per questo ha inviato il 20 marzo una nota al sindaco, priva di offese e con precise proposte, non per avere visibilità ma per cercare di dare un contributo costruttivo in un momento difficile, contributo utile anche per il futuro».
«In molte parti del nostro Paese medici ospedalieri e di famiglia, infermieri, operatori sanitari e lavoratori impegnati in ambienti ospedalieri e sul territorio, sono quelli più esposti a rischio, spesso senza mezzi di protezione sufficienti e, come ci raccontano le cronache proprio per la precarietà nella quale lavorano, esposti e contemporaneamente rischiano di diventare veicoli del virus. La loro tutela rappresenta, garanzia per tutti per assicurare continuità ai servizi, per questo vanno non solo ringraziati ma protetti».
«Per il PCI c’è qualcosa da correggere nell’organizzazione ed è questo il contenuto della nota inviata con la quale si offende o avanzano accuse ma si fanno proposte che, per chiarezza, sintetizziamo. Condividendo la scelta che il presidio provinciale sia stato individuato come punto di trattamento del Covid-19, abbiamo chiesto che chi presenta sintomatologie riconducibili al coronavirus sia trasferito subito a Grosseto per gli accertamenti negli spazi attrezzati e predisposti e non in tende come avviene ora. Questo per ridurre tempi di attesa ed evitare contagi e quarantene al personale sanitario, ai volontari del trasporto e potenzialmente alla nostra comunità».
«Abbiamo chiesto che il presidio di Massa Marittima sia destinato esclusivamente al trattamento di tutte le patologie ed i casi no covid e che venga dotato di almeno 4 posti letto di sub intensiva che dovranno rimanere attivi anche superata la fase di emergenza. Abbiamo chiesto che la dotazione di medici e operatori territoriali sia aumentata e dotata dei necessari DPI, per consentire il monitoraggio di pazienti positivi domiciliarizzati in modo da tutelare l’integrità anche dei medici di base» prosegue il Pci.
«Abbiamo chiesto che i volontari del trasporto sanitario e di altri servizi, siano dotati di idonei mezzi di protezione individuale e uno sforzo tra istituzioni locali del comprensorio e associazioni, perché sul territorio sia presente una autoambulanza equipaggiata allo scopo di trasportare pazienti sospetti o affetti da covid-19. Analoga nota è stata inviata dalla segreteria provinciale del PCI al Direttore Generale ai sindaci di Castel del Piano, Grosseto, Orbetello e Pitigliano dove si trovano gli altri presidi ospedalieri. Aggiungiamo che sarebbe opportuno istituire un tavolo di coordinamento comunale o comprensoriale composto dalle amministrazioni, protezione civile, volontariato, forze dell’ordine e direzione sanitaria per coordinare gli interventi, monitorare la situazione e informare i cittadini sull’evoluzione della vicenda ed intervenire per bisogni sociali».
«Siamo sciacalli per questo? Si, sempre. Lo siamo stati nel passato, lo siamo oggi e continueremo ad esserlo domani per difendere il diritto alla salute e tutelare chi, come medici, infermieri, operatori, volontari e quei lavoratori come addetti alle pulizie, alle mense degli ospedali oggi sono in prima linea a combattere per il futuro di tutti e ai quali non ci limitiamo a dire grazie ma ci vogliamo battere perché possano avere le migliori condizioni per svolgere il loro servizio».