Grosseto – Il vescovo Rodolfo Cetoloni ha scritto una lettera-appello rivolgendosi a tutta la comunità locale per chiedere l’aiuto necessario a consentire alcuni piccoli, ma importanti servizi che Caritas non riesce a coprire con le sole forze volontarie di cui solitamente dispone, soprattutto perché molte di esse superano i 65 anni. Ecco il testo dell’appello.
Sono giorni difficili, carichi di incertezza e di apprensione. Le espressioni della nostra vita di fede hanno subìto come una potatura. L’emergenza chiede a tutti, con senso di responsabilità, di stare a casa e quindi di sospendere la vita comunitaria.
Stiamo cercando di rimediare a questo, almeno in parte, offrendo la possibilità di partecipare alle Messe feriali e festive, suggerendo momenti di preghiera e riflessione attraverso i social media e la tv.
Voglio però ricordare un’altra dimensione della nostra vita cristiana che in questo momento è forzatamente sacrificata: quella della carità.
Né la Caritas diocesana né le Caritas parrocchiali possono svolgere appieno, come in tempi normali, tutti i servizi a favore dei nostri fratelli in difficoltà. Questo ci addolora e ci spinge a capire cosa poter fare.
Al momento Caritas diocesana assicura i pasti, non seduti a mensa, ma con la consegna di sacchetti da asporto. Continua il servizio docce. Gli altri servizi sono sospesi, per la necessità di tutelare sia gli amici che si rivolgono alla Caritas sia i volontari, molti dei quali sono oltre i 65 anni.
Tuttavia, non possiamo stare con le mani in mano: il coronavirus non ferma la povertà, anzi, in certi frangenti i problemi si amplificano.
Che fare?
Cerchiamo di contattare e raccogliere forze volontarie da mettere a disposizione della comunità. Coordinati da Caritas, nelle forme possibili di piena garanzia per la salute di tutti, e in pieno accordo con le autorità preposte, vorremmo suscitare e offrire contributi concreti per piccoli servizi, che si rendono necessari in questo momento.
Un appello quindi!
1. BOTTEGA DELLA SOLIDARIETA’
A coloro che (dai 18 anni compiuti fino ai 60) pensano di potersi mettere a disposizione per garantire la piena apertura della Bottega della solidarietà (nota anche come Emporio) in via Pisa.
E’ uno dei servizi di Caritas diocesana, dove famiglie, in stato di bisogno, hanno modo di fare la spesa gratuitamente, attraverso un particolare sistema sperimentato da tempo.
In questo momento, è indispensabile continuare ad assicurare questo servizio ma non abbiamo sufficiente personale volontario.
Chi desiderasse dare la sua disponibilità per un servizio che dovrà svolgersi sempre nel pieno rispetto delle precauzioni a tutela di tutti, può contattare Caritas inviando una mail a caritas@caritasgrosseto.org o telefonando a Luca (vicedirettore Caritas) 339 3277793.
2. PICCOLI INTERVENTI DI AIUTO
C’è bisogno di persone (18-60 anni) che si rendano disponibili per piccoli servizi di supporto alle persone in difficoltà (a partire dal consegnare la spesa a persone anziane e sole).
Saranno le strutture dei singoli Comuni a dire: se e in che cosa possono avere bisogno e indicare i modi di attuazione del servizio.
Anche per questo la disponibilità può essere offerta tramite Caritas, utilizzando la mail indicata poco sopra.
3. SITUAZIONI PARTICOLARI
In città, ma anche nei paesi, vi sono persone o famiglie che non possono andare a fare la spesa semplicemente perché sono nell’indigenza fisica o economica. In questi giorni non sono mancate telefonate in tal senso. Abbiamo cercato di rispondere sollecitamente ma nessuno di persona né alcuna istituzione da sola può rispondere a tutto.
Chiedo ai sacerdoti di tutte le parrocchie, che personalmente o attraverso i centri di ascolto delle Caritas Parrocchiali, venissero a conoscenza di situazioni particolari (a cui è difficile far fronte) di segnalarle a Caritas Diocesana.
Nel rispetto delle norme e nella delicatezza che è necessaria, si cercherà di trovar modi di farsi accanto.
4. UN’ULTIMA E PRESSANTE RACCOMANDAZIONE
Continuiamo a insistere sulla necessità di restare a casa e fare attenzione a osservare tutte le indicazioni date dalle autorità sanitarie e dal Governo.
Tutti abbiamo paura. La fede e la preghiera aiutano. La carità ne diventa espressione. Nessuno è un eroe solitario, ma sappiamo che insieme, con le nostre poche forze, possiamo contribuire a rendere meno drammatico questo già difficile momento, nell’attesa di ritornare alla piena normalità anche nell’esercizio fraterno della carità.
Questo mio appello è per tutti e anch’io cerco di fare la mia parte!
Con fiducia e nella speranza, il Signore vi dia Pace!