GROSSETO – Spiaggiare su un’isola paradisiaca è il sogno di molti. Non per Sandro Bigozzi, noto paracadutista maremmano, rimasto bloccato alle isole Canarie dopo che la Spagna ha chiuso tutti i confini e cancellato i voli da e per l’Italia. Il suo era un viaggio programmato, quando ci si poteva muovere ancora liberamente, andata e ritorno garantiti dalla compagnia aerea.
Una certezza finita nell’arco di poche ore. E mentre sole, spiaggia e mare per molti potrebbero essere una “prigione” perfetta, Sandro non voleva altro che riabbracciare la sua famiglia rimasta in Italia e ha affrontato un viaggio lunghissimo e incerto per ritornare a casa sua a Grosseto dove è arrivato sabato sera.
«In poche ore – racconta – sono state chiuse frontiere ed ogni accesso all’isola. Non si entrava e non si usciva né in volo né via mare. Anche il mio volo del 13 marzo è stato cancellato. Ero partito il giorno 8, quando la Toscana non era ancora zona rossa e all’improvviso mi sono trovato in un limbo: atterrato sull’isola assieme ad altri turisti e tutti prigionieri qui. Avrei potuto anche restare in quanto dispongo di una casa di proprietà, ma tutti coloro che sono in villaggio o hotel devono sostenere le spese di una vacanza forzata che si teme possa perdurare per ben oltre un mese. Senza nessuna tutela da parte dello Stato, “colpevoli” di trovarci nostro malgrado in un paradisiaco luogo di vacanza, ma con la paura che se dovesse diffondersi il Covid-19 qui, non esisterebbe una struttura sanitaria per far fronte all’attuale popolazione dell’isola».
Sandro inventa un piano B, vuole tornare a casa a tutti costi. La moglie e le due figlie, di cinque e tre anni, nel frattempo lo aspettano a Grosseto.
Tornare in Italia non è stato affatto semplice. Sandro, il cuore in gola, è riuscito a partire con l’ultimo volo interno spagnolo dall’isola verso la terraferma, a Barcellona, venerdì mattina. Lì noleggia una macchina, che condivide con altri tre “naufraghi” toscani. Possono scendere solo per fare rifornimento al distributore automatico con la carta di credito. Riescono a passare il confine, infine a Ventimiglia gli chiedono l’autocertificazione. «Dobbiamo tornare a casa». Li fanno passare, ma la temperatura non gliela misura nessuno. Per strada non c’è nessuno e il viaggio è spettrale.
Dopo 12 ore alla guida finalmente la Maremma, casa sua, la famiglia. Ma non ha potuto riabbracciare nessuno lo stesso. Sandro, dopo aver affrontato un lungo viaggio, con il tifo degli amici in diretta facebook, per rispetto e per senso civico, anche in assenza di un’ordinanza sindacale, ha deciso di auto-mettersi in quarantena. Un gesto quasi doloroso, con le sue due “cucciole” che lo guardavano dalla finestra, ma «necessario, anche se sto benissimo, perché sono stato comunque in viaggio».
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