GROSSETO – “Posti letto per terapia intensiva e casi acuti dimezzati, passati da 575 ogni 100mila abitanti ai 275 attuali. Un taglio che ci porta in fondo alla classifica in Europa. In Germania i posti letto per terapia intensiva e acuti sono 621 ogni 100mila abitanti. Solo 5.090 sono i posti letto destinati alla terapia intensiva”. A scriverlo, in una nota, la Segreteria Pci Federazione di Grosseto.
“Oltre 8mila medici e più di 13mila infermieri in meno – scrivono -. Oltre al personale mancano strutture ospedaliere adeguate per affrontare la crisi, tagliati inoltre 70mila posti letto mentre insufficienti sono le apparecchiature terapeutiche. Un Paese che rischia il collasso con il personale sanitario allo stremo. I posti nel 2017 erano 3,6 ogni mille abitanti, oggi sono scesi a 3,0 ogni mille abitanti. In confronto agli altri paesi della Ue ci collochiamo al sestultimo posto”.
“Anche l’indicatore della spesa pro capite mostra il sottodimensionamento di quella italiana – prosegue il Pci -. Nel 2017 la spesa pubblica italiana, espressa in dollari a parità di potere di acquisto, era di 2.622 dollari, ossia inferiore del 35% a quella francese (4.068 dollari) e del 45% a quella tedesca (4.869 dollari). Il Coronavirus è oggi un’emergenza che può diventare un’opportunità e farci riflettere, per rilanciare un nuovo modello di società i cui parametri non siano basati sul mercato, sulla produzione e sui consumi”.
“Per questo crediamo che la politica debba fare uno sforzo, un salto di qualità, andare oltre all’attuale momento di emergenza e vedere, guardare, pensare al futuro così come lo ha fatto chi ci ha consegnato la Carta Costituzionale – vanno avanti dalla segreteria -. L’articolo 32 della Costituzione prevede che ‘La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti’. Finché politica e istituzioni non cominceranno a fare scelte su quello che è necessario, anziché su ciò che è politicamente conveniente, non avremo alcuna speranza. La salute è la prima delle cose necessarie”.
“Su questa base un segnale importante può partire da questo territorio, un segnale che deve dire basta al massacro della sanità pubblica, basta alla chiusura lenta, progressiva ma certa dei piccoli ospedali, basta ad anteporre gli interessi di bottega a quelli della salute – continua Pci -. Un compagno riferisce che qualcuno suggerisce, a noi del Pci, di darci una calmata. Noi del Pci non ci calmeremo su argomenti simili a questo. Impari chi è al governo di questo territorio, della Regione e nazionale ad essere meno sordo, ad ascoltare, a non rincorrere le esigenze del mercato, perché basta un virus, piccolo, inconsistente, invisibile a farci capire che senza la salute non esiste nessun mercato”.
“Il Pci parla di questo argomento da anni e ritiene giusto di parlarne anche ora perché non è argomento fuori tema. Fuori tema è andato chi a fatto in modo di mettere in discussione quel diritto con tagli alle risorse umane, strumentali e finanziarie – ancora il Pci -. Per questo, superata la fase di criticità del Coronavirus, la politica e le istituzioni locali si mettano a lavorare perché in sanità vi sia personale, attrezzature sufficienti ed efficienti per i nostri ospedali e sul territorio in modo da garantire la salute pubblica a tutti i cittadini”.
“Perché sia previsto il ripristino posti letto di sub – intensiva in numero adeguato e tagliati ai piccoli ospedali che sono utili non solo per le situazioni simili all’attuale ma perché garantiscono sicurezza e stabilizzazione dei pazienti in criticità e in pericolo di vita, in modo da evitare epiloghi peggiori – vanno avanti -. Perché si possano aprire e avere a disposizione in tutti i presidi posti letto ordinari per far fronte ad emergenze sanitarie, come il COVID 19, che hanno caratteristiche di emergenze di protezione civile, alla pari di disastri climatici, terremoti od altri eventi a forte impatto negativo nelle comunità locali”.
“Tutto questo non è meno importante ora, non lo sarebbe stato neppure ieri e non lo sarà certamente domani – concludono dal Pci -. Tutto questo non è solo guardare avanti è costruire un futuro migliore per tutti”.