GROSSETO – “Liste di attesa per gli interventi chirurgici che potrebbero allungarsi, personale sul piede di guerra, sanità maremmana a rischio collasso. Senza dimenticare che il quasi ex governatore Enrico Rossi si appresta a far rientrare 2mila 500 cinesi, creando più di una preoccupazione a causa del rischio diffusione del Coronavirus che viene da Oriente”. A scriverlo, in una nota, la Lega grossetana.
“Le notizie che ci giungono in questi giorni – scrive il partito – sono a dir poco preoccupanti. Leggiamo continue promesse elettorali dal centrosinistra che, alla fine, rischieranno di tradursi di nuovo in maniera negativa sulle zone considerate periferiche, come quella grossetana, anche a causa di una centralizzazione che allontana i vertici dal territorio”.
“Il personale, denunciano i sindacati, è ormai spremuto fino all’osso. Il fatto che gli straordinari, quasi a lavarsene la coscienza, garantiscano un reddito maggiore ai dipendenti – prosegue la Lega – e siano, nel concreto, diventati ordinario è rischioso, soprattutto per la salute dei pazienti. La sanità ha bisogno di personale preparato, ma soprattutto messo nelle migliori condizioni di operare, quelle condizioni che, ad oggi, a Grosseto non sembrano esserci”.
“Siamo preoccupati per la delibera della Regione Toscana con la quale sono stati rivisitati i codici per l’inserimento dei malati negli interventi chirurgici. Registriamo perplessità da parte del personale – interviene il settore sanità del Carroccio – soprattutto perché le probabilità di veder allungare ulteriormente le liste di attesa è concreto. Se così fosse rischieremmo che a pagarne le conseguenze siano nuovamente i cittadini che già adesso sono costretti a sobbarcarsi lunghi periodi prima di veder soddisfatto quello che è un loro bisogno e diritto primario, cioè la salute”.
“Noi sosterremo tutte le iniziative a tutela dei cittadini e dei lavoratori – afferma Andrea Ulmi, segretario provinciale della Lega – ma soprattutto contiamo di poter assistere ad un reale cambiamento dopo le elezioni regionali, mettendo fine a cinquanta anni di amministrazione di sinistra che sta smantellando un sistema sanitario che funzionava”.
“Siamo molto preoccupati per quello che accadrà negli ospedali periferici – aggiunge Ulmi – con rassicurazioni che ormai non bastano più. Lo siamo per il lavoro extra che viene chiesto al personale quando si dovrebbe intervenire in maniera decisa con nuove assunzioni. Lo siamo per i cittadini che vedono un servizio pubblico sempre più debole e con liste di attesa che, nonostante le promesse, non si accorciano, ma, anzi, in molti casi si allungano e a nostro giudizio questa cosa non è più tollerabile”.