GROSSETO -“Sono ormai lontani in tempi in cui il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna e l’assessore all’Ambiente Simona Petrucci annunciavano pomposamente la ‘rivoluzione dei rifiuti’ che avrebbe magicamente risolto tutti i problemi che caratterizzano la complessa gestione dei rifiuti urbani”. Esordisce così la nota di Claudio Boccini, vicesegretario provinciale Pd, e di Lorenzo Mascagni, capogruppo Pd al Comune di Grosseto.
“La propaganda ha ceduto inesorabilmente il passo alla realtà – continuano – e così la parola ‘rivoluzione’ è progressivamente scomparsa dal lessico della giunta, lasciando i cittadini con i disagi di sempre, se possibile accresciuti: cassonetti non svuotati o mal funzionati, abbandoni di rifiuti in strada, pulizia e spazzamenti insufficienti”.
“Ma guai a segnalare pubblicamente il problema, come ha fatto nei giorni scorsi la consigliera Catuscia Scoccati; dalle parti della giunta si accettano solo elogi e chi evidenzia criticità riceve solo contumelie e risposte stizzite – vanno avanti Boccini e Mascagni -. E’ evidente allora che la questione non può chiudersi così e che si impone a questo punto un’attenta verifica delle politiche adottate in questi 3 anni e mezzo dalla giunta Vivarelli Colonna”.
“Nessuna rivoluzione – vanno avanti -. In questi anni sindaco ed assessore all’Ambiente hanno spacciato come una geniale idea del Comune di Grosseto quella di introdurre i cosiddetti ‘cassonetti intelligenti’. In realtà basterebbe alzare un attimo lo sguardo e leggere le cronache locali del sud della Toscana per rendersi conto che questa è una novità proposta da Sei Toscana a tutti i Comuni dell’Ato e che Grosseto, come molti altri, sta recependo. La potente macchina della propaganda del sindaco vorrebbe dunque farci credere che a Grosseto è in atto una rivoluzione, ma così non è”.
“La riduzione della tariffa è nella media degli altri comuni dell’Ato sud – ancora i due esponenti dem -. Dato atto all’assessore Petrucci che, nel 2017, ha operato una riduzione dei costi nella gestione della discarica delle Strillaie, negli anni successivi la riduzione della Tari, rivendicata come eccezionale, si è attestata in realtà sui livelli di molti altri Comuni dell’Ato sud. Anzi, nell’ultimo Pef approvato nel marzo scorso dal consiglio comunale sono emersi segnali preoccupanti: non vi sarebbe stato infatti alcun risparmio in bolletta, se l’assessore non avesse proposto una forte riduzione degli accantonamenti”.
“I disagi avvertiti dai cittadini sono conseguenza dei tagli ai servizi – proseguono -. In questi anni il servizio di raccolta è stato drasticamente ridotto, a cominciare dallo svuotamento dei cassonetti, dei cestini fino a giungere allo spazzamento nelle frazioni. Gran parte dei disagi che avvertono i cittadini in questi mesi dipendono quindi dai tagli voluti dall’assessore. Ovviamente, secondo un costume abbastanza diffuso nella destra cittadina, per non assumersi le proprie responsabilità si è sempre cercato un alibi, dando prima la colpa alla precedente amministrazione guida Pd, ora ai lavoratori di Sei Toscana ed all’inciviltà dei cittadini grossetani. La responsabilità principale, invece, è delle scelte dell’assessore che ha il compito di far funzionare il sistema dei rifiuti”.
“Deludenti, almeno sino ad oggi, sono anche i risultati della raccolta differenziata – continuano Boccini e Mascagni -. Lasciamo parlare i dati certificati dall’Agenzia regionale per il recupero delle risorse della Regione Toscana: nel 2016 il Comune di Grosseto aveva la differenziata al 35,76%, sopra alla media della provincia (33,01%), mentre l’Ato sud registrava il 38,21% a fronte del dato della Regione del 50,99%; nel 2018, ultimo dato noto pubblicato nel novembre scorso, Grosseto era salito al 37,29% (+ 1,53%), scendendo al di sotto della media provinciale (37,55% ovvero + 4,54), con un trend di crescita decisamente inferiore all’ATO Toscana sud giunto al 41,92% (+ 3,71) ed alla Toscana, ove il livello di differenziata è giunto al 56,05% (+5,06). Insomma, in questi anni si è fatto peggio di Provincia, Ato Toscana sud e Regione”.
“I cassonetti ad accesso controllato servono, oltre che a favorire la raccolta differenziata, a rendere possibile la tariffa puntuale, ovvero quella per cui si paga non più in base alla superficie dell’abitazione ed ai componenti del nucleo familiare, ma in base al rifiuto prodotto (più precisamente: all’indifferenziato prodotto) – ancora i due -. Questa sì che sarebbe un’autentica rivoluzione, che favorirebbe la differenziazione dei rifiuti e premierebbe i comportamenti virtuosi. Eppure in questi anni l’assessore Petrucci vi ha speso ben poche parole, ingenerando il sospetto che questo non sia tra gli obiettivi principali del Comune”.
“Sarebbe bene, allora che il nostro Comune seguisse l’esempio virtuoso di Follonica, che tra i primi comuni toscani, ha avviato la sperimentazione per giungere all’applicazione della tariffa puntuale – concludono Claudio Boccini e Lorenzo Mascagni -. Da tutte queste considerazioni si può trarre ad oggi un’unica conclusione: dopo tre anni e mezzo dall’insediamento della giunta, la ‘rivoluzione dei rifiuti’ ha partorito un misero topolino”.