GROSSETO – Concluso da pochi giorni il pellegrinaggio coi giovani, il vescovo Rodolfo si è fermato in Terra Santa dove lo attende un altro importante servizio. Stavolta a nome della Conferenza episcopale italiana.
Il vescovo, infatti, rappresenterà anche quest’anno, come già nel 2019 e nel 2016, la Cei nell’Holy land coordination, cioè la delegazione di circa venti prelati in rappresentanza delle Conferenze episcopali di Stati Uniti, Canada, Inghilterra e Galles, Italia, Francia, Germania, Irlanda, Scozia, Spagna, Paesi nordici, Sud Africa, Svizzera, Portogallo e del Consiglio delle conferenze dei vesci d’Europa (Ccee), di organismi caritativi nazionali e internazionali e rappresentanti di altre denominazioni cristiane, che ogni anno, dal 1998, nei primi giorni di gennaio, si recano nei luoghi santi per visitare le comunità cristiane presenti, verificare la loro situazione di vita, capire quali tipi di aiuti e di interventi poter realizzare.
E’ un vero e proprio pellegrinaggio fatto di preghiera, di incontri con le comunità locali e con i rappresentanti istituzionali. Fu la Santa Sede, ormai 22 anni fa, a favorire la nascita di questo coordinamento per tenere vivo il legame con le locali comunità cristiane, far sentire loro vicinanza e fraternità.
“Promuovere il dialogo e la pace in Terra Santa”: è questo il tema del pellegrinaggio 2020 che si svilupperà tra Gaza, Ramallah e Gerusalemme Est. L’Holy land coordination 2020 si aprirà ufficialmente sabato 11 gennaio a Ramallah con il vescovo di Clifton, Declan Lang, quale moderatore.
Domenica 12, l’arrivo a Gaza, dove i 15 vescovi incontreranno la comunità parrocchiale della Parrocchia latina della Santa Famiglia e con loro celebreranno Mmessa, visiteranno le Figlie della Carità, il centro Tommaso d’Aquino, dove incontreranno anche i beneficiari del progetto per la creazione di lavoro giovanile. Visiteranno anche il Caritas medical centre e alcune famiglie.
Nei giorni successivi la visita toccherà anche Gerusalemme dove, tra l’altro, incontreranno anche i giovani cristiani che vivono nella parte est della città santa. E poi Betania dalle suore comboniane e in altre strutture di assistenza all’infanzia e quindi di nuovo a Ramallah per la visita alla scuola del Patriarcato latino e ad altre realtà.