GAVORRANO – “In questi giorni il nostro Gruppo consiliare ha presentato al sindaco Andrea Biondi ben due mozioni, legate tra di loro dal comune intento di tutelare gli operatori agrituristici da quello che pare essere un incessante accanimento da parte degli amministratori locali nei loro confronti”. Lo scrive, in una nota, Andrea Maule, capogruppo della lista Di Curzio Sindaco.
“La prima mozione – continua il consigliere – invita il sindaco e la giunta a rivedere la tabella di applicazione della Tari. A Gavorrano, come del resto in molto Comuni, agli agriturismi viene applicata una aliquota pari a quella in uso per gli alberghi. Sennonché gli alberghi e gli agriturismi hanno ben poco in comune tra di loro. Concetto, questo, che viene ribadito dalla sentenza del Consiglio di Stato 1162/2019: l’attività agrituristica non può essere paragonata a quella alberghiera poiché così facendo viene meno il principio di capacità contributiva. Il primo cittadino è così invitato a ridimensionare l’aliquota fiscale applicata agli agriturismi, rendendola più equa in relazione alla loro capacità contributiva e tenendo conto della loro connessione con l’attività agricola”.
“La seconda ed ultima mozione – si legge ancora nella nota – mira in prima battuta a dare uno spunto di riflessione alla maggioranza targata Pd (maggioranza anche all’epoca dei fatti). I fatti risalgono alla fine 2017 / inizio 2018: in poche settimana il Comune ha emesso circa 280 sanzioni, per un ammontare di quasi 22mila euro, a 24 operatori agrituristici. Le sanzione sono state emesse agli agriturismi poiché questi non hanno comunicato le presenze turistiche nelle proprie strutture ricettive, così come veniva invece stabilito dall’allora regolamento sull’imposta di soggiorno. La particolarità tutta gavorranese delle multe è però legata al fatto che le presenze non venivano talvolta comunicate dagli operatori poiché erano pari a zero (non c’erano presenze da comunicare). L’amministrazione all’epoca non fece sconti ed a fronte di presenze “zero” sanzionò con quasi 22mila euro i 24 operatori che all’epoca non avevano informato il Comune che le presenze nelle loro strutture erano pari a zero. A fronte di queste ingenti sanzioni, due aziende su 24 presentarono ricorso al giudice di pace, il quale ha dato torto al Comune. Con la mozione in esame chiediamo quindi al primo cittadino di riconoscere la dubbia legittimità di queste sanzioni e di procedere, nei modi, nei termini ed ove possibile, al rimborso di queste somme impropriamente introitate”.
“Gli operatori turistici, siano essi agriturismi o altre tipologie di strutture ricettive – conclude Maule -, sono un’importante risorsa per il nostro territorio, per il nostro sistema economico e per il livello occupazionale. Il Comune, ed i suoi amministratori, devono rivolgere maggiore attenzione nei confronti di queste attività ed evitare di assimilarle ad un bancomat dal quale si presume di poter prelevare soldi ogni qual volta se ne abbia la necessità”.