GROSSETO – «Egregio direttore, abbiamo più volte sollevato il tema della mancanza di personale e più volte abbiamo cercato soluzioni, ben conoscendo i problemi legati alla necessità, cronica, di contenere le spese» inizia così la lettera che la la Funzione pubblica della Cgil ha inviato al direttore generale dell’Asl Toscana Sudest.
«Ad oggi però la situazione continua a degenerare ed il senso di rassegnazione mista a rabbia è ormai diffuso nel personale. Diffuso oltre l’immaginabile (ed il raccontato). C’è qualcosa che non funziona. La macchina si inceppa in qualche punto. Abbiamo ben presente il suo personale impegno, eppure non si riesce a percepire nella quotidianità lo sforzo di questa Direzione. Malgrado tutto, non arrivano segnali positivi ai lavoratori».
«Siamo al “tutti fanno tutto”; spesso un infermiere cambia “casacca” a seconda del giorno. Un giorno ferrista, un giorno gessista, un giorno triagista… e cambia umore, in maniera indotta, ogni giorno. Un giorno sa di poter andare in ferie, il giorno dopo è incerto, il terzo giorno gli vengono negate. Stesso discorso vale per i tecnici sanitari, o per il personale tecnico/amministrativo, per i quali, nei corridoi, tutti i giorni viene raccontata una nuova versione sul proprio futuro. Incertezza. Questa è l’altra parola chiave, oltre a carenza».
«Nessuna certezza sulle strutturazioni orarie (l’orario di lavoro viene spesso “stirato” ed interpretato a piacimento), sulla ciclicità dei turni, sull’accesso ai permessi. Non è un caso se abbiamo concentrato l’attenzione su questi temi in fase di confronto sull’Orario di lavoro. Eppure ciò che chiedono i lavoratori e le lavoratrici sono risposte elementari. Una articolazione oraria certa (e contrattualmente coerente). Il diritto a conciliare il lavoro con la vita (ferie, permessi…). Il rispetto come professionisti ed individui che non possono essere “sballottati” a destra e manca in base all’emergenza del giorno. Sui doveri, direttore, pensiamo non sia necessario ricordarLe quanto siano ben chiari in tutte quelle donne e quegli uomini, che, malgrado tutto, continuano a mantenere al primo posto la volontà di aiutare gli altri, di tutelare la salute dei cittadini, spesso, troppo spesso, a scapito della propria» conclude la Cgil.