GROSSETO – Confindustria Toscana Sud si mobilita contro l’introduzione della tassa sugli imballaggi in plastica prevista dal Documento Programmatico di Bilancio 2020 e scrive ai Parlamentari di riferimento del proprio territorio.
“Nella missiva che abbiamo inviato ai Deputati e Senatori che ci rappresentano a Roma abbiamo espresso forte contrarietà e grande preoccupazione in merito all’introduzione della tassa sugli imballaggi in plastica prevista dal documento programmatico di bilancio 2020 (DPEF) – dice Paolo Campinoti (Presidente di Confindustria Toscana Sud) – la tassa sugli imballaggi in plastica, così come ipotizzata, appare punitiva e irrimediabilmente dannosa, non solo per il comparto dell’industria degli imballaggi in plastica, ma per tutto il sistema industriale e, non ultimo, per i consumatori. Trattandosi di una tassa pari al valore della materia prima, questa genererebbe un raddoppio del costo base che metterebbe fuori mercato le nostre aziende. Di fatto, la Plastic Tax andrebbe a punire un’industria che sta facendo grandi sforzi nella direzione della sostenibilità, drenando peraltro importanti risorse per investimenti nelle innovazioni finalizzate a ridurre l’impatto ambientale.
La tassa non ha finalità ambientali, perché penalizza i prodotti e non i comportamenti, e rappresenta unicamente un’imposizione diretta a recuperare risorse ponendo ingenti costi a carico di consumatori, lavoratori e imprese”. “Confindustria Toscana Sud rappresenta un tessuto imprenditoriale che da tempo ha fatto propri i parametri di eco-design nella progettazione, migliorando continuamente la riciclabilità del prodotto stesso dopo l’uso. – dice Maria Cristina Squarcialupi (Consigliere Delegato Confindustria Toscana Sud allo Sviluppo Sostenibile) – Il peso economico della norma rischia di risultare in molti casi insostenibile. Da una prima analisi effettuata anche sul nostro territorio, appare evidente che la tassa andrebbe a comprimere irrimediabilmente le marginalità di aziende che già oggi giocano la propria competitività su pochi centesimi di euro a prodotto. Il settore plastica significa per il territorio della Toscana del Sud circa 100 aziende con oltre 900 dipendenti e un fatturato annuo di 165 milioni di euro. Almeno il 40% di queste imprese opera nella fabbricazione di manufatti con singolo impiego (MACSI) che hanno o sono destinati ad avere funzione di contenimento, protezione, manipolazione o consegna di merci o di prodotti alimentari, ossia tutti quei manufatti plastici colpiti dalla Plastic Tax – spiega Squarcialupi – Per non parlare delle ripercussioni che subirebbero in termini di costi le aziende che utilizzano i prodotti MACSI: a titolo di esempio, il solo settore alimentare associato a Confindustria Toscana Sud consta di 80 imprese con oltre 1600 dipendenti. Avremmo, al contrario, auspicato un approccio positivo nell’affrontare il tema dell’impatto ambientale nell’uso della plastica. – continua Squarcialupi – Premesso che la gran parte della plastica è totalmente riciclabile previo trattamento, dovrebbero esserne incentivati, così come accade in molti altri Paesi dell’Unione Europea, la raccolta e lo smaltimento corretto. D’altra parte, il piano d’azione comunitario prevede un percorso strategico al fine di integrare le attività di economia circolare (progettazione, utilizzo, riutilizzo e riciclaggio) nelle catene del valore della plastica, non includendo azioni punitive come la tassazione di materiali, tra l’altro sempre più sostenibili”.