GROSSETO – Le grandi pinete della costa maremma rischiano di scomparire. Piante troppo vecchie e malattie fitosanitarie sono i problemi che minacciano gli oltre 3mila ettari di pineta del nostro territorio, il paesaggio può subire un grave mutamento e quindi ne possono derivare danni anche per l’offerta turistica. Il Consiglio Provinciale, all’unanimità, ha fatto proprio questo allarme e ha deciso di richiedere ufficialmente alla Regione Toscana la costituzione di un tavolo di concertazione per salvare le pinete della costa. La proposta della Provincia nasce in accordo con i Comuni della costa, per sottoporre il problema all’attenzione della Regione.
“Il valore paesaggistico e naturalistico delle pinete costiere della Provincia di Grosseto, nonché il loro valore economico e turistico, impongono di mettere in atto azioni per la loro salvaguardia – spiega Enzo Rossi, assessore provinciale allo Sviluppo rurale –. Se non interveniamo subito questo patrimonio rischia di scomparire nell’arco dei pochi anni, sono necessarie azioni condivise che guardino al futuro. In questi anni abbiamo fatto molto, abbiamo portato avanti tanti interventi, ma non sono sufficienti. Occorre, quindi, un progetto di lungo respiro, con azioni di tutela, interventi di rimboschimento, taglio e reimpianto delle pinete. Dobbiamo inoltre individuare nuovi finanziamenti, soprattutto in vista delle nuove programmazioni comunitarie e regionali, e ci rivolgiamo alla Regione, al Ministero dell’Ambiente e alla Comunità europea, affinché intervengano anche dal punto di vista normativo per la salvaguardia di questo prezioso bene”.
La pineta non è solo uno dei più efficaci simboli della costa maremmana, ma svolge anche un’importante funzione ambientale e di salvaguardia per l’agricoltura, ossigenando l’ambiente da una parte, e fungendo da barriera artificiale dei venti di mare che danneggiano le colture, dall’altra. Inoltre, vi è il comparto che gravita intorno alla raccolta di pinoli, che coinvolge, solo nel territorio, oltre 200 lavoratori. Le pinete e tutto l’indotto adesso sono seriamente a rischio a causa della fragilità del sistema pineta e degli attacchi, sempre più numerosi, di agenti patogeni come la cocciniglia, il blastofago e la cimice americana che impediscono il naturale rinnovamento delle piante e ne pregiudicano la produttività. L’istituzione di un tavolo di lavoro regionale, al quale partecipino gli assessorati regionali e le direzioni dell’ambiente e dell’agricoltura, oltre ai rappresentanti delle istituzioni locali coinvolte, proprietarie del 40% delle pinete, ai proprietari privati, che detengono l’altro 60%, alle imprese e al mondo della ricerca è il modo più efficace per individuare soluzioni adeguate, condivise e praticabili.