GROSSETO – Un’impresa maremmana vola in finale per il premio “Cambiamenti”. Si tratta della Six, Signs of innovation experience, una startup associata a Cna Grosseto, che produce “microgreen”, micrortaggi al chiuso attraverso la tecnologia “vertical farming”. La Six, quindi, sarà una delle venti aziende italiane che il 28 novembre prossimo parteciperanno, a Roma, alla finale nazionale di “Cambiamenti”, il premio al pensiero innovativo delle giovani imprese, che Cna promuove da quattro anni.
“Un risultato importante per il nostro territorio – commenta Anna Rita Bramerini, direttore di Cna Grosseto – che sa produrre eccellenze che possono fare da traino per la ripresa economica della provincia di Grosseto”. In palio ventimila euro e una settimana di vacanza in una delle strutture Bluserena per il primo classificato a livello nazionale, mentre per il secondo e terzo classificato è previsto un premio di cinquemila euro, in denaro o come primo investimento per un crowdfounding, oltre alla possibilità di fare rete con altre realtà italiane innovative e sperimentali.
“E’ una grande soddisfazione essere arrivati alla finale nazionale – commenta Bernardo Cigliano, ceo di Six – perché significa essere tra le 20 aziende, sulle migliaia che hanno partecipato, che potranno presentare la propria idea innovativa di fronte a una platea importante, conoscere altre realtà ed entrare a far parte di una rete di imprese. Un riconoscimento che arriva inaspettato, perché questa idea è nata un po’ per caso dalla passione e dalla creatività di figure professionali diverse”.
Insieme a Cigliano, infatti, lavorano su diversi progetti promossi dalla start up vari professionisti, ingegneri ambientali e agronomi, per esempio. Si tratta di Domenico Marletta, Micol Massai, Marco Ristori, Simon Allegaert.
La Six produce “microgreens”, riconosciuti come “superfood”: micro piante di appena 5-7 centimetri di altezza che contengono proprietà nutritive in numero mediamente sei volte maggiore rispetto alla pianta matura. Gli ortaggi vengono prodotti grazie a un sistema di luci led artificiali a spettro dedicato, in piani verticali sovrapposti, e utilizzando poca acqua (circa il 2 per cento rispetto alla coltura normale), in modo quindi sostenibile e con bassi investimenti.
“E’ una coltivazione indoor, al chiuso – aggiunge Cigliano – che usa tecnologia di medio livello, adatta ai micro ortaggi e non ad altri tipi di coltivazioni, che può avvenire nelle città e che permette quindi di essere vicini ai punti di consumo, azzerando logistica, trasporti e spreco alimentare e portando il prodotto direttamente sulle tavole dei consumatori”. Six, inoltre, non ricorrere alla chimica e non usa pesticidi, garantendo così una genuinità al prodotto finale che lo rende ricco di vitamine e proteine. “Comunque vada la finale nazionale – conclude Cigliano – continueremo a lavorare e portare avanti i progetti che abbiamo con molte università italiane e non solo”.