GROSSETO – Domenica 17 novembre è la Giornata mondiale del prematuro, istituita nel 2008 e riconosciuta dal Parlamento Europeo grazie alla “European Foundation for the Care of Newborn Infants”. Obiettivo: sensibilizzare sul tema, sottolineare il valore dell’assistenza e l’importanza della prevenzione dei fattori di rischio.
Nella Asl Toscana sud est, un bambino su 10 nasce prematuro. Sull’argomento, forte è l’impegno dell’azienda, sia da un punto di vista assistenziale che di sensibilizzazione della cittadinanza. Il 16 novembre è in programma un seminario organizzato da Asl Toscana sud est e Aou Senese, dal titolo “Le cure perinatali in Area Vasta Sud Est”. Si terrà all’auditorium della Cassa Edile di Siena ed è rivolto a tutti gli operatori che lavorano nell’ambito del percorso nascita.
Quest’anno, in occasione della Giornata del prematuro, la patologia neonatale di Grosseto, coordinata da Marcello De Filippo, ha voluto dare maggiore risalto ai veri protagonisti di questa ricorrenza, ovvero i bambini prematuri e i loro genitori. Domenica 17 novembre, dalle ore 15 in poi, nella sala della chiesa San Francesco si terrà una festa per i piccoli prematuri e i loro genitori alla quale parteciperanno anche gli operatori sanitari che li accudiscono al Misericordia, al fine di creare un’occasione di incontro e confronto su un’esperienza comune. L’evento sarà arricchito da proiezione di foto e filmati e da un ricco buffet. Contemporaneamente in reparto ci sarà una merenda con i genitori dei piccoli ricoverati e la consegna delle creazioni dell’associazione Cuore di Maglia.
Nel 2019, fino a ottobre, sono 130 i neonati ricoverati in patologia neonatale di Grosseto e di questi 41 sono affetti da prematurità.
“L’assistenza al prematuro al Misericordia da molti anni si avvale di un team multidisciplinare composto da neonatologo, fisioterapista, neuropsichiatra, infermiera pediatrica, tecnico audiologico e pediatra di famiglia che prenderà in carico il neonato una volta a casa.
Con questa gestione la famiglia è accolta e guidata, creando così un rapporto di fiducia ed empatia che va al di là dell’impegno professionale” – dichiara Susanna Falorni, direttore pediatria e neonatologia del Misericordia.
Come riportano all’unanimità le linee guida nazionali e internazionali, l’età femminile al di sopra dei 35 anni costituisce un fattore di rischio per le principali e più gravi complicanze della gravidanza, come diabete gestazionale, ipertensione gestazionale e ritardo di crescita. Negli ultimi decenni si è assistito ad un progressivo incremento dell’età materna, che è passata da 25 a circa 37 anni. Secondo l’esperienza del centro di procreazione medicalmente assistita della Sud Est, l’età delle donne che ricercano tecniche di pma è salita fino ad una media di 40 anni, tanto che nell’ultima delibera regionale l’età limite si è spostata da 43 a 46 anni. In aggiunta a questo, il 40% delle prestazioni riguardano l’eterologa femminile, legata alla ridotta riserva ovarica per età avanzata. Questi dati evidenziano come siano in costante e rapido aumento le pazienti con età materna avanzata, che avranno quindi maggiore possibilità di configurare casi di gravidanza ad alto rischio, con necessità di ambulatori dedicati per una corretta assistenza di queste pazienti.