GROSSETO – 107 miliardi di euro. E’ la cifra spesa in Italia per il gioco d’azzardo lecito, con una crescita costante negli ultimi anni e con un valore che dal 2008 è più che raddoppiato. Il 30 per cento di questa cifra – circa 31,4 miliardi nel 2018 – deriva dal gioco online, il restante 70% (75,3 miliardi di euro) viene giocato attraverso la rete fisica. La raccolta di slot e videolottery è quella prevalente: rappresenta il 46 per cento del giocato totale (rete fisica e gioco a distanza) e addirittura il 65 per cento dei soldi giocati attraverso rete fisica.
E’ proprio per contrastare questa tendenza diffusa che nasce “In gioco contro l’azzardo” un progetto realizzato da Coeso Società della Salute e finanziato dalla Regione Toscana, da tempo impegnata per il contrasto alle ludopatie. “Vogliamo promuovere un cambio culturale – spiega Fabrizio Boldrini, direttore della Società della salute – a partire proprio dai giovani, perché la pratica dell’azzardo è molto diffusa anche tra gli adolescenti e può, in breve tempo, trasformarsi in una ludopatia”.
Dei 75,3 miliardi di euro giocati attraverso la rete fisica, 233 milioni sono stati giocati in provincia di Grosseto. Il 69 per cento è stato giocato in slot e videolottery (rispettivamente il 39 e il 30 per cento) per un totale di 158 milioni. Seguono le lotterie istantanee (con il 12 per cento), il lotto (8 per cento) e le scommesse a quota fissa (5 per cento).
In media in provincia di Grosseto sono stati spesi 1051 euro per residente e 1218 per residente maggiorenne. Se analizziamo il dettaglio della cifra spesa sul territorio solo in slot e videolottery la somma ammonta a 711 euro per residente e 825 euro per residente maggiorenne. Un dato lievemente più basso rispetto alla media toscana dove gli euro spesi per slot e videolottery sono 938 per residente e 1104 per residente maggiorenne.
Se si analizza la propensione al gioco d’azzardo nei comuni della provincia di Grosseto troviamo in testa Follonica, con 1714 euro per residente e maggiorenne, seguita da Orbetello (con 1646 euro), Grosseto (1579) e Castel del Piano (1567), che si collocano sopra la media regionale attestata su 1565 euro. In coda troviamo i comuni di Roccalbegna (con 46 euro) Montieri (con 128 euro) e Monterotondo marittimo (con 134 euro).
“Si tratta di dati che devono farci aprire gli occhi su quanto questa pratica sia diffusa e su che tipo di esborso comporta per i cittadini”, commenta Massimiliano Marcucci, referente scientifico del Coeso per il Gioco d’azzardo patologico. “Altro dato da sottolineare – aggiunge – è come i comuni con le cifre medie per residente più alte siano quelli costieri, ad alta vocazione turistica: se vogliamo affrontare il problema c’è bisogno di creare una comunità più consapevole, attraverso azioni di formazione e informazione sul fenomeno”.
Ecco quindi che la creazione della rete, fatta da soggetti pubblici e privati, può contribuire in maniera importante a promuovere azioni di sensibilizzazione e consapevolezza per evitare l’insorgere di patologie. Perché alla dipendenza da gioco d’azzardo si associano poi problemi sociali gravi, a partire dall’impoverimento della famiglia, che spesso non riesce più a fronteggiare le spese quotidiane rischiando così di ricorrere a prestiti che difficilmente riesce a onorare e, nei casi peggiori, di finire in mano agli usurai.
Dopo la costituzione del tavolo di coordinamento il progetto “In gioco contro l’azzardo” proseguirà con una serie di iniziative sui territori, con le associazioni locali, con le scuole, per concludersi a dicembre con un evento laboratorio di una settimana a Grosseto dove, grazie alla Società scientifica Taxi 1729, ragazzi ed adulti potranno sperimentare le trappole del gioco d’azzardo, attraverso divertenti dimostrazioni matematiche e psicologiche.