GROSSETO – “Ogni anno, dal 2002, si celebra la giornata di sensibilizzazione sul tema barriere accessibilità. Preferisco usare questo termine in quanto più ampio e inglobante tutti i tipi di disabilità. Molte le prese d’atto, i progressi, le consapevolezze dei diritti, dei doveri da parte delle istituzioni, le soluzioni attuate in base alle normative in vigore e alle volontà politiche ed associative. Ma, nonostante ciò, permangono barriere, non solo strutturali, ma culturali, amministrative, burocratiche, di comunicazione, di assistenza”. A scriverlo è la coordinatrice consulta disabilità, Luciana Pericci, in occasione dell’appuntamento che si celebra il 10 ottobre.
“Ancora progetti redatti e attuati per i disabili senza i disabili, senza cioè una preventiva concertazione con noi, percorsi ed eventi culturali non accessibili, o poco, sia nella struttura dei luoghi, sia nel contenuto – scrive – Pavimentazioni dissestate, parcheggi selvaggi, scarso senso civico, segnaletica aliena, scalini, porte strette, quasi inesistenti punti di riferimento per i sensoriali e per le fragilità cognitive. Sarebbe opportuna la designazione di un disability manager, quale punto di riferimento, di coordinamento, di collegamento fra le azioni di interventi e progetti di settore spesso dispersivi e dispendiosi”.
“Dal museo all’osservatorio astronomico – prosegue – dai percorsi di interesse culturale agli edifici pubblici, dalle banche ai centri commerciali, ai negozi, si evidenziano accessi parziali, escludenti i sensoriali e i cognitivi. A parte gli i.t.t., impianti tattili a terra, vivere la città per i ciechi non è facile tra indifferenza e spintoni e assenza di punti di orientamento e mobilità e di percezione dei contenuti. La tecnologia ha aperto nuove frontiere, ma ancora le soluzioni proposte, navigatori e sistemi collegati su internet o di riconoscimento, non garantiscono una sicurezza personale”.
” In attesa dei nuovi e incredibili prodotti dell’intelligenza artificiale – conclude – robot umanoidi, forse anche un po’ inquietanti, continueremo a fare giimkane, ad immaginarci una città dove essere persone, cittadini, consumatori”.