GROSSETO – “Il recentissimo ennesimo blitz di ispettorato del lavoro e carabinieri nelle campagne al confine delle due province con più addetti agricoli della Toscana (Grosseto e Siena) che ha portato alla luce l’impiego di manodopera sprovvista di regolare assunzione ed addirittura minorenne, ci testimonia ancora una volta di quanto sia attuale e vivo il fenomeno del caporalato nei nostri territori” commenta il segretario della Uila (Unione italiana dei lavori agroalimentari) Federico Capponi.
“Purtroppo questo fenomeno si sta accostando pericolosamente alla produzione agricola di prodotti top (quali vino ed olio ad esempio) che ad oggi risultano un vanto per la loro qualità ed esportabilità e necessitano quindi di un ulteriore “marchio etico” che ne possa certificare anche tutta la filiera”.
“E’ per tale ragione che riteniamo indispensabile accelerare sulla definizione della rete agricola di qualità e sulla necessità che ad essa aderiscano il maggior numero di aziende virtuose possibili – prosegue Capponi -. Ad oggi in Toscana la rete conta in tutto solamente 55 iscrizioni tra le aziende agricole e questo è un dato assolutamente da invertire. Invitiamo pertanto le istituzioni e le parti datoriali a riunire nuovamente il tavolo istituzionale aperto con i sindacati al fine di mettere in campo proposte immediatamente eseguibili per dare gambe alla L.199 ed arginare almeno in parte la piaga del caporalato”.
“L’illegalità si può combattere solo con un piano strutturato e con la collaborazione di tutti gli attori coinvolti, istituzioni, parti datoriali e sindacati, non certo con proclami e spot che poi rischiano di disperdersi come foglie al vento”.