GROSSETO – Bombe d’acqua improvvise alternate a periodi di forte siccità quasi desertica, oppure grandinate intense. E’ questa la situazione che sempre più sovente ci veniamo a trovare davanti. Senza bisogno di essere climatologi la soluzione è a portata di mano per ridurre le cause che determinano questi effetti.
“I settori agricolo e forestale – spiega Attilio Tocchi, presidente di Confagricoltura Grosseto – sono gli unici che possono contribuire efficacemente alla lotta ai cambiamenti climatici. Come Confagricoltura abbiamo sottoscritto, insieme a nove associazioni imprenditoriali più rappresentative, tutte aderenti all’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, un documento congiunto sulle linee di azione necessarie per accelerare il passo verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, firmata dai 193 Paesi dell’Onu nel settembre 2015”.
“In agricoltura si ha l’effetto benefico della fotosintesi clorofilliana, durante la quale si trasforma l’energia del sole in cibo utilizzando l’anidride carbonica, presente in atmosfera e donando ossigeno. Equipollente e altrettanto importante è il ruolo dei boschi che, se ben gestiti, producono ossigeno, materiale da lavoro ed energia a zero impatto ambientale. Senza poi considerare – spiga Tocchi – che l’agricoltura è una delle attività economiche più soggetta ai cambiamenti climatici. Pensiamo solo che nel nostro continente, grazie all’aumento della produttività complessiva del 25% in agricoltura dal 1990 ad oggi, le emissioni di gas a effetto serra sono state ridotte del 20%. Quindi se traguardassimo il futuro e pensassimo che nel 2050 si avrà un aumento demografico del 30% con cambiamenti climatici che si ripercuoteranno sugli ecosistemi e sull’uso del suolo in tutto il mondo, l’agricoltura e la silvicoltura dovranno non solo fornire cibo, mangime e fibre, ma anche sostenere i settori dell’energia, dell’industria e delle costruzioni”.
“Come può essere ottenuto tutto ciò anche in Maremma? Basta rendere più efficienti e sostenibili i sistemi produttivi, migliorando i metodi di lavorazione del suolo, di irrigazione e la fertilizzazione. Per fare questo occorre investire in ricerca e innovazione, anche digitale, e mettere l’impresa agricola nelle condizioni di poter accedere e utilizzare le nuove tecnologie di precisione con adeguati strumenti di sostegno. In questo ambito il Polo di ricerca dell’agroalimentare che sorgerà a Rispescia, sul quale contiamo molto, sarà in grado di dare un grandissimo contributo. Fondamentale, infine, – conclude il presidente di Confagricoltura Grosseto – una nuova strategia sulle biomasse per la produzione di energia elettrica, termica e biocarburanti avanzati, tutti elementi da porre al centro di un importante sviluppo economico dei territori vocati, sia agricoli, sia forestali, come lo è il nostro”.