CASTEL DEL PIANO – Il Partito Democratico di Castel del Piano torna in piazza: domenica 28 luglio e domenica 4 agosto, dalle 10:30 alle 12:30, in Piazza Garibaldi, si potrà firmare per due proposte: una che chiede al governo di dichiarare lo stato di emergenza climatica e ambientale, l’altra che è incentrata su una legge di iniziativa popolare per il rispetto e la tutela dei beni comuni.
“Questi due appuntamenti sono solo la prima parte di un’attività che il locale circolo democratico non vuole abbandonare – scrive, in una nota, il Direttivo dell’Unione comunale Pd di Castel del Piano -. Il ragionamento del nuovo Direttivo del circolo Pd parte da alcuni dati di fatto. La sconfitta del centrosinistra alle scorse elezioni amministrative è stata così netta che il tempo delle riflessioni non può esaurirsi velocemente. La famosa analisi della sconfitta non può essere un semplice esercizio di forma, ma qualcosa di più radicale. Ammettere di aver sbagliato è l’unico modo per ricominciare. Gli errori sono stati molteplici, ma non si può farne un elenco solo per bellezza senza poi impararne l’insegnamento. Per avere le idee più chiare ci vorrà, appunto, più tempo, ma questo non vuol dire rimanere fermi al palo”.
“In uno scenario dove ormai la Lega è il primo partito sull’Amiata Grossetana e a Castel del Piano – continua il direttivo -, ci troviamo nella necessità di dover riorganizzare completamente il campo di chi non è su quelle posizioni e non potrà mai esserci. ‘Il cambiamento siamo noi’ è stato lo slogan vincente di queste ultime elezioni. A chi vince va l’onere e l’onore di governare: il voto dà potere ma non la verità, dunque c’è bisogno di ricostruire per far sentire anche un’altra voce”.
“Per questo – commenta Federico Badini, confermato segretario dopo aver presentato le dimissioni come conseguenza del risultato elettorale – è necessario lavorare ad un nuovo gruppo, un coordinamento che raccolga tutti coloro che si sentono di dare una mano per creare un’alternativa a e per Castel del Piano, fin da subito. Questa avventura dovrà partire da chi proprio alle elezioni si è messo in gioco, da chi ha collaborato, ma anche da chi si è tenuto defilato, per un motivo o per un altro, e che ora sente la necessità di un cambiamento sì, ma diverso. Un mix di apertura e di rinnovamento della classe dirigente a cui, come Partito democratico non possiamo sottrarci, ma di cui dobbiamo essere i principali sostenitori”.
“Non vogliamo attaccare a prescindere la nuova amministrazione – prosegue il direttivo -, ma crediamo che sia giusto dare ai cittadini delle risposte chiare. Con una comunità che è cambiata profondamente negli anni e che continua a cambiare, sarà basilare garantire l’unità del comprensorio amiatino senza porre confini invalicabili verso altre realtà a noi vicine, perché solo mettendo insieme tutte le nostre realtà, questo territorio potrà sperare di contare qualcosa in futuro. Sarà basilare dare ai giovani motivi per rimanere qui e a chi è lontano motivi per tornare: per avere nuove idee c’è bisogno di nuovi cervelli sempre più formati, continuare a perderli sarà la nostra condanna. Sarà basilare ripartire da un ragionamento che sappia mettere insieme lavoro ed ecologia, il rispetto del nostro ambiente, coniugando varie politiche per valorizzare e difendere il nostro territorio, per valorizzare e difendere chi qui crea lavoro e chi qui lavora e vive. Se l’amministrazione vorrà andare in questa direzione noi saremo lieti di dare il nostro contributo, ma se l’ottica sarà quella di un progressivo isolamento “autarchico”, con un piano di investimenti obsoleti e fuori dal tempo, e con una marcata indecisione su come coniugare politiche lavorative ed ambientali, non potremo che essere contrari”.
“Non possiamo avere paura del futuro, ma dobbiamo essere capaci di affrontarlo decidendo noi come vogliamo che sia. Castel del Piano ha il dovere di non perdersi e di non chiudersi, noi, come e più del passato, vogliamo rispettare questo dovere. Sarà chiaramente un percorso lungo – conclude il Direttivo -, ma dobbiamo iniziare ora, dire che ci siamo e dire che c’è la possibilità di costruire un’alternativa diversa, mettendo a disposizione di chiunque voglia qualcosa di nuovo”.