FOLLONICA – Si conclude il programma di iniziative del Comune di Follonica “M’innamoravo di tutto – parole, sguardi, sogni di un paese che non si arrende” con l’intervista, al giardino del Casello idraulico domani, giovedì 19 luglio alle ore 21.30, di Pierpaolo Romani, coordinatore nazionale di Avviso pubblico, a Umberto Ambrosoli, figlio di Giorgio e autore del libro “Qualunque cosa succeda – Giorgio Ambrosoli oggi nelle parole del figlio”
Giorgio Ambrosoli, per cinque anni commissario liquidatore della Banca Privata di Michele Sindona, ucciso a Milano da un killer la notte tra l’11 e il 12 luglio 1979, è raccontato dal figlio Umberto, che ai tempi era bambino, sulla base di ricordi personali, familiari, di amici e collaboratori e attraverso le agende del padre, le carte processuali e alcuni filmati dell’archivio RAI. Sullo sfondo, la storia d’Italia in quel drammatico periodo.
In una lettera alla moglie, poco prima di essere ucciso, scriveva: “Qualunque cosa succeda, comunque, tu sai che cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo. Dovrai tu allevare i ragazzi e crescerli nel rispetto di quei valori nei quali noi abbiamo creduto […]. Abbiano coscienza dei loro doveri verso se stessi, verso la famiglia nel senso trascendente che io ho, verso il Paese, si chiami Italia o si chiami Europa”..
La serata sarà accompagnata da interventi musicali di Stefano “Cocco” Cantini e Lorenza Baudo; saranno inoltre proiettati alcuni brani del film “Un eroe borghese” di Michele Placido. A conclusione della rassegna “M’innamoravo di tutto” non poteva essere trovato protagonista più emblematico per le scelte esemplari fatte da Giorgio Ambrosoli e per la sua coerenza agli ideali di libertà e responsabilità.
“E’ stato un percorso ricco e coinvolgente, quello della stagione culturale M’innamoravo di tutto – dichiara il Vice Sindaco Andrea Benini – che il prossimo anno ripeteremo e al quale hanno partecipato scuole, associazionismo culturale e molti giovani talenti della nostra città. Abbiamo cercato di affermare un’idea di fondo, e cioè che la democrazia prima che essere un tema giuridico è un tema affettivo, ha molto a che fare con la cura, l’amore, la passione per la realtà che ci circonda e le persone che incontriamo”.