GROSSETO – «C’è un tesoretto di 21 milioni e duecentocinquantamila euro a disposizione, anche per il comune di Grosseto, per la realizzazione di progetti sperimentali di innovazione sociale. Un’occasione importantissima, ma per non sprecarla occorrerà essere pronti per il 15 giugno. Dobbiamo allora sperare che la nostra amministrazione si sia mossa per tempo». A parlare è Carlo De Martis capogruppo Lista Mascagni Sindaco nel consiglio comunale di Grosseto
«Di cosa si tratta? Con la riforma del terzo settore e la legge finanziaria 2018 è stato istituito il Fondo per l’innovazione sociale al fine di potenziare l’innovazione sociale secondo gli standard europei. L’idea, in sintesi, è quella di affrontare i bisogni sociali con una prospettiva nuova e più efficace: culturalmente e finanziariamente».
«Le politiche sociali, tradizionalmente rivolte al soddisfacimento di un singolo bisogno o emergenza, devono ‘imparare’ a rivolgersi, contestualmente, anche all’intera comunità. Nel rimettere a posto un immobile pubblico abbandonato, ad esempio, a beneficiarne non dovrà essere solo chi lo utilizzerà direttamente ma l’intero quartiere, attraendo persone e attività a vantaggio del benessere generale».
«Le amministrazioni locali, poi, con questo nuovo approccio smettono i panni di finanziatori passivi, diventando parte attiva di interventi sociali capaci di camminare con le loro gambe, anche in termini di ritorno economico. E’ qui che interviene il Fondo per l’innovazione sociale, che finanzia i progetti promossi dai comuni capoluogo di provincia volti a realizzare progetti di innovazione sociale insieme a partner privati, come quello recentemente annunciato sulla stampa dall’associazione LU.C.I. (Luoghi Comuni a Impatto Sociale), presieduta da Don Enzo Capitani e nata da un percorso promosso da Caritas Grosseto, Fondazione Etica, Regione Toscana, Confindustria Toscana Sud e Tv9».
«Oggi, infatti, leggiamo che l’associazione LU.C.I. ha avviato un importante progetto pilota, di innovazione sociale e rigenerazione urbana, su un immobile in disuso a Rispescia affidatogli dalla Regione Toscana. Ebbene, su questo progetto, così come su altri ad esso collegati, anche in città, potrebbero arrivare le risorse del Fondo per l’innovazione sociale se solo la nostra amministrazione si attivasse nei modi e, soprattutto, nei tempi giusti, visto che le risorse saranno erogate secondo l’ordine cronologico delle domande, a decorrere dal prossimo 15 giugno. Questa è un’occasione che il nostro territorio non può lasciarsi sfuggire. Tanto più se l’amministrazione comunale intende concretamente dare seguito all’atto di indirizzo con il quale, ormai nel lontano 2016, dichiarava di voler sostenere la diffusione della cultura dell’innovazione e dell’investimento a impatto sociale, promuovendo la sperimentazione innanzitutto di progetti di rigenerazione dei beni pubblici in disuso».
«Confidiamo che non fossero solo parole, e per questo ho presentato un’interrogazione per conoscere nel dettaglio quanto fatto, o non fatto, dal comune».