GROSSETO – «Una contestazione scomposta». Così l’Anpi definisce quella portata da Maremma Antifa all’Anpi nella giornata del 25 aprile. A quasi un mese da quella giornata di festa nazionale l’Anpi fa il punto sul rapporto con Maremma Antifa. E lo fa partendo da ancora prima: «All’indomani dell’8 settembre 2018, quando manifestammo separatamente contro lo svolgimento nei pressi della città della festa nazionale di una formazione politica dichiaratamente composta da neo-fascisti, il presidente provinciale dell’Anpi scrisse a Maremma Antifa il seguente sms: “…abbiamo avuto un bel successo: mille persone in piazza contro il fascismo è un dato storico per Grosseto. Fossimo stati insieme sarebbero state di più. Anche questo impegna tutti noi a superare le divergenze, chiarendo ciò che resta da chiarire. Il nostro popolo vuole unità. Non possiamo deluderlo. (…) Vorrei incontrarmi con voi per una chiacchierata preliminare, da far seguire da una riunione più strutturata”».
«La risposta, a lungo sollecitata da più parti, è di fatto arrivata solamente a fine marzo attraverso il plateale rifiuto dell’invito agli Stati generali dell’antifascismo maremmano – prosegue Anpi -. Un rifiuto accompagnato da un comunicato provocatorio ed intenzionalmente offensivo nei confronti dell’Anpi, sfociato in seguito nella scomposta contestazione della celebrazione del 25 Aprile. Le urla udite alla partenza del corteo, reiterate lungo il suo percorso da parte di alcuni “contestatori”, anche se formalmente indirizzate al sindaco di Grosseto avevano chiaramente nel mirino la stessa Anpi, colpevole dell’inaccettabile accusa di averlo “invitato”. A queste persone è doveroso rammentare che il Comune era presente, al pari dell’Associazione dei Partigiani, in qualità di promotore della manifestazione. Al sindaco, come già avvenuto nel passato, abbiamo certamente molto da rimproverare. Siamo tuttavia capaci di distinguere il momento in cui egli rappresenta legittimamente la città, rispetto ad azioni che altresì lo vedono partecipe di atti politici negativi compiuti dalla maggioranza che lo sostiene».
«Impossibile, infine, non menzionare quanto avvenuto lungo Corso Carducci, con alcune persone che hanno provato ripetutamente ad impedire allo striscione dell’Anpi, quale organizzatrice della manifestazione, di prendere il proprio posto alla testa del corteo – prosegue la nota -: ostruire la via con aste di bandiere di partito è stato un atto di intollerabile prevaricazione! Nondimeno l’intimazione di Antifa al sindaco di non presentarsi in piazza ha connotati illiberali ed agghiaccianti, con rimandi ai toni sinistri dello squadrismo prodromici ad una deriva estremista quanto autolesionista. Vogliamo credere nella inconsapevolezza dei responsabili, tuttavia senza una nostra forte reazione questi gesti potrebbero danneggiare gravemente l’Antifascismo, isolandolo dalla coscienza civile e democratica dei nostri concittadini. In gioco vi è infatti la libera espressione del pensiero. Si può dissentire, ma senza negare ad alcuno l’esercizio di questo diritto sancito dalla Costituzione, costata lacrime e sangue nella guerra di Liberazione».
«Tutte queste azioni, in assenza di doverose scuse, rendono impossibile ogni futura interlocuzione. E’ opportuno ricordare che i Partigiani si sono liberamente associati dando vita all’Anpi, che ne è l’unica e legittima rappresentante riconosciuta. Non si può aggredire l’Anpi senza recare offesa a chi si è battuto, armi in pugno, contro il fascismo e per la libertà. La difesa della memoria, quale lascito politico e culturale, è difatti in piena continuità con la Resistenza. Per queste ragioni l’Anpi merita ed esige rispetto.
Mancando un chiaro ed inequivocabile ripensamento, Antifa e suoi fiancheggiatori non saranno graditi alle manifestazioni promosse o che vedano la partecipazione dell’Anpi; se necessario faremo ricorso anche alle garanzie di legge per tutelarci dal rischio di nuove provocazioni. Il nostro Antifascismo è inclusivo. Come confermato nel corso degli Stati Generali del 30 marzo scorso, si rivolge a tutte le cittadine ed i cittadini democratici che si riconoscono nella Costituzione e nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, al di là delle rispettive collocazioni culturali e politiche, rivendicandone la completa attuazione».
«Vogliamo unire gli Antifascisti con un costante richiamo ai grandi valori e al ruolo insostituibile delle istituzioni repubblicane e democratiche. Non può esservi spazio per chi sceglie di dividere ed indebolire il movimento antifascista per riprodurvi divaricazioni proprie del conflitto tra i partiti sull’attività del governo, prendendo il colossale abbaglio di vedere in ciò il “sol dell’avvenire” – prosegue -. Più saremo uniti ed autorevoli, in misura maggiore riusciremo a contribuire al superamento dei problemi la cui mancata soluzione genera il clima che alimenta la destra estrema. Lo stiamo facendo e continueremo a farlo, perché sconfiggere il crescente attivismo dei neo-fascisti indurrà le autorità ad abbandonare una tolleranza che incoraggia tali formazioni ad osare, per meri interessi elettorali, ciò che non è permesso dalla legalità repubblicana. Speriamo di aver portato argomenti utili a una seria e responsabile riflessione a cui invitiamo tutti gli antifascisti».