GROSSETO – «Grosseto non ha alcun bisogno dell’ennesimo supermercato, né di Conad né di alcun altro marchio della Gdo – sottolinea Eleonora Bucci, responsabile della segreteria provinciale Cgil per le politiche del lavoro – questo è assolutamente pacifico. Ce lo dice l’osservatorio nazionale sul commercio: già oggi nel settore alimentare a Grosseto abbiamo 340 mq di superfici per alimentari ogni 1.000 abitanti, a fronte della media nazionale di 228,3 mq/1000 abitanti, e di 195,8 mq/1000 a livello regionale.
Quel che più ci preoccupa come Cgil, è che queste scelte dimostrano quanto l’Amministrazione comunale di Grosseto attui strategie di contrasto a disoccupazione e impoverimento del tessuto produttivo cittadino limitandosi a riproporre soluzioni superate. Che già nel recente passato hanno avuto un impatto deleterio sia sui livelli occupazionali che sulla rete del commercio al dettaglio. Autorizzare nuove strutture della Gdo, infatti, significherebbe metterne in crisi altre già esistenti colpendo posti di lavoro a tempo indeterminato, a vantaggio del ricorso a tempi determinati, apprendistato e stage. Ai quali si ricorre sempre in modo massiccio quando ci sono nuove aperture di supermercati di catene nazionali o internazionali che, nel momento in cui gli affari vanno male, non ci pensano un attimo a licenziare il personale e lasciare le macerie sul territorio».
La segretaria confederale con delega al lavoro spiega poi che «è davvero poco comprensibile anticipare con una variante urbanistica ad hoc prevista nel “piano esecutivo di gestione” (Peg) l’imminente revisione del Regolamento urbanistico, che evolverà in Piano operativo. Il nuovo supermercato previsto in via Scansanese di fronte al cimitero di Sterpeto, peraltro, oltre a entrare in conflitto con i negozi di Eurospin, Maurys e Simply, tutti nella stessa zona, impatterebbe in modo pesante sia sul commercio al dettaglio, sia sulla viabilità di accesso alla città da est. Sulla strada da e per Scansano, già molto trafficata soprattutto tra primavera inoltrata e autunno. Il nuovo distributore Conad lì previsto, inoltre, andrebbe a fare concorrenza alle altre pompe di benzina con margini di utile bassissimi».
«Stando a recenti studi di settore sulle vendite 2018, inoltre – aggiunge Bucci – la Grande distribuzione ha già oggi a Grosseto un peso preponderante con 200 milioni di fatturato. Un contesto commerciale nel quale Conad è leader con vendite per 61,3 milioni, seguita da Unicoop Tirreno con 47,9; Gruppo Auchan (Simply) con 25,7; Eurospin con 20,6; Lidl Italia con 13,2 e Gruppo Pam con 10,8 milioni. E gli altri a seguire. Praticamente un semi monopolio, almeno in alcune categorie merceologiche, che sta strozzando il commercio di vicinato. E che se fosse rafforzato ancora dalle scelte dell’Amministrazione comunale, metterebbe in crisi, solo per dirne una, il già fragile progetto Pop Up Lab e il tentativo di rinascita commerciale guidato dal Centro commerciale naturale».
«In un tessuto economico già molto provato – aggiunge il segretario di Filcams Cgil, Massimiliano Stacchini – il settore del commercio negli ultimi anni ha raggiunto in città il punto di saturazione. Patendo una desertificazione commerciale che si è estesa anche ad altri centri urbani del territorio. Non a caso ci siamo ritrovati a dover gestire numerosi problemi di esubero nei negozi storici. Pam, ad esempio, è ormai in crisi da qualche anno, con l’organico più che dimezzato rispetto ad una decina di anni fa, in vigenza di contratto di solidarietà da 4 anni e orari ridotti con non pochi problemi per la vita dei lavoratori. Negli anni, inoltre, abbiamo visto soffrire anche i centri commerciali di quartiere già presenti, come nel caso de “Le Palme”, assistendo al progressivo smantellamento di intere aree insediate dal commercio al dettaglio, con un peggioramento della qualità della vita nei quartieri. Invece di pensare a nuove aperture, in conclusione, sarebbe opportuno che il Comune ragionasse su come favorire il consolidamento delle strutture esistenti, tutelando il lavoro buono in un momento in cui ce n’è davvero poco».