SCARLINO – «Sono vicina alle due famiglie di Pian d’Alma colpite dal crollo di una parte del tetto del podere dove vivono, in concessione dalla Regione Toscana» Francesca Travison candidata sindaco a Scarlino per la lista civica “Scarlino può” interviene sul crollo di un tetto nella notte. «A loro va la mia piena solidarietà. Fortunatamente la stanza dov’è franato il soffitto non era abitata. Ma poteva accadere il peggio».
«Sono stata al podere per controllare di persona quanto successo nella notte tra il primo e il 2 aprile. La casa, che fa parte degli immobili di proprietà della Regione Toscana e dati in concessione a imprenditori agricoli della zona, aveva subito gravi danni a fine ottobre 2018 a causa del forte vento: come accaduto in altri poderi, una parte del tetto di quell’abitazione era stato compromesso e quindi la Regione ha provveduto a sistemarlo. Ma, e qui che sorgono forti perplessità, anche altre parti del soffitto avevano sofferto le raffiche di vento di quel 29 ottobre, tanto che si erano formate delle crepe che i concessionari avevano prontamente segnalato ai responsabili regionali. Quello che oggi chiediamo è il motivo per cui i loro avvertimenti non siano stati ascoltati: nella notte tra il primo e il 2 aprile le condizioni meteo erano ottimali, non si sono verificate scosse di terremoto o altro che possa aver causato un simile crollo».
«Ora quelle famiglie, dieci persone in tutto, sono fuori casa – continua Travison -: per tre mesi circa dovranno dormire in un appartamento dell’emergenza abitativa e potranno rientrare nel loro podere solo durante il giorno per lavorare. Un podere diventato loro, visto che da anni ci vivono e lavorano la terra vicina, anche se dalla Regione pare non arrivino segnali positivi in questo senso, considerato che si è deciso di aumentare il canone in modo spropositato invece di vendere a queste famiglie quegli immobili dove risiedono da generazioni. Qualcosa non torna e perdipiù adesso l’ente regionale dovrà intervenire anche nella parte già ristrutturata, con uno spreco di denaro non indifferente. Non vogliamo puntare il dito contro nessuno, ma pretendiamo chiarezza: qualcuno dovrà spiegare la causa di quanto accaduto e dovrà farlo soprattutto per rispetto di quelle nove persone che sono state svegliate da un boato assordante. Perché la Regione continua a non comprendere le esigenze degli imprenditori agricoli di Pian D’Alma? E soprattutto: perché il Comune di Scarlino non si è fatto portavoce delle istanze dei suoi cittadini, lasciando che gli importi delle concessioni venissero aumentati a dismisura, non pensando a chi ha dovuto abbandonare il podere dove viveva e lavorava, perché impossibilitato a versare i canoni richiesti dall’ente regionale?».