GROSSETO – «Oggi viene inaugurato il ponte sull’Ombrone e siccome quest’opera è una delle poche importanti realizzazioni strutturali dell’ultimo ventennio, in questo momento di festa riteniamo doveroso ringraziare chi l’ha concepita e ne ha personalmente seguìto l’iter di finanziamento, progettazione, approvazione ed affidamento dei lavori» a dirlo è il Psi della provincia di Grosseto in una nota.
«Ora tutti applaudono – prosegue la nota – ma i quattro anni dal 2012, quando il nostro assessore Giuseppe Monaci concepì l’idea di realizzare un ponte in metallo in località “La Barca”, al 2016, quando furono affidati i lavori, il clima non era questo. E’ stata una continua lotta per recuperare le risorse utili, inventare il progetto preliminare senza avere le risorse per un incarico all’esterno, superare le notevoli pastoie burocratiche e la miriade di verifiche tecniche, imbastire la gara di tipo europeo. Ed operare in un clima di diffuso scetticismo che fece breccia anche all’interno della maggioranza. Si sentiva dire: ”ma che si illude di fare: dopo il ponte Mussolini, il ponte Monaci?”. Nell’era dei network si viene sopraffatti dalla propaganda e non si ricordano più gli avvenimenti del giorno precedente. Pertanto in questo momento di festa è opportuno che dica le cose come stanno, avendo avuto l’onore di essere il capogruppo del Psi, che ottenne alle elezioni del 2011 il 7,4% e fu rappresentato in Giunta quell’assessore ai Lavori Pubblici».
«Fu lui nel 2012 – aggiunge la nota – ad avere l’idea di superare il fallimentare tentativo della chiatta e puntare su un ponte snello, molto diverso dall’idea di ponte tradizionale, che era stata vagheggiata negli anni precedenti ma che era irrealizzabile sia per problemi tecnici che di costi elevati. Monaci individuò un mutuo di 2 milioni di euro, già contratto ma da restituire perché la pista ciclabile per gli scavi di Roselle era soggetta a compartecipazione e non si poteva più realizzare non avendo alcuna risorsa in bilancio. Deciso a valersene per il nuovo ponte, l’assessore chiese la devoluzione del mutuo e dopo l’iter previsto presso la Cassa Depositi e Prestiti, la devoluzione fu concessa: 200mila euro furono utilizzati per riparare la pista ciclabile verso Marina, che nel frattempo mostrò evidenti segni di disfacimento, e 1milione e 800mila euro furono destinati al ponte sull’Ombrone. La sua idea, che con il tempo convinse sempre più anche gli assessori o consiglieri più scettici, era che la possibilità di poter andare in bici da e verso la città in direzione di Alberese avrebbe offerto una nuova, grande opportunità per il turismo ciclabile, oltre che per il godimento dei grossetani. E l’impegno fu premiato dalla Regione Toscana perché il ponte divenne elemento strategico nella “ciclopista Tirrenica” fruendo di un contributo regionale di 500mila euro.»
«Ma i detrattori più irriducibili non desistettero mai – sottolinea il Psi – caparbiamente contrario il consigliere 5Stelle Gori che in consiglio comunale chiese di impiegare tali denari nelle ciclabili in città, visto che in quell’aperta campagna non ci abitava nessuno. E le forze politiche della minoranza, le stesse che oggi si accingono alla inaugurazione, mai votarono a favore e si astennero, manifestando sulla possibilità di realizzare quest’opera. Per confrontarsi con progetti già verificati, al fine di individuare il tipo di struttura più idonea l‘assessore si recò con il suo personale in Trentino e furono molti e complessi i passaggi tecnici che portarono a definire all’interno dell’ufficio un progetto preliminare (fu anche lanciata una gara di idee all’istituto per geometri di Grosseto), con la sola, minima ma preziosa collaborazione di un ingegnere specialista per i calcoli strutturali. Innumerevoli i passaggi burocratici e le verifiche tecniche e di compatibilità con Provincia, Consorzio di bonifica, Parco della Maremma, vari uffici del Comune, Soprintendenza, Genio Civile. e poi le compatibilità per il Pit, Ptc, Piano strutturale del Comune, Piano di Assetto idrogeologico valutazioni di incidenza in quanto area Sic, i rilievi topografici del fiume e delle sponde, il calcolo delle piene del fiume e infine la gara con offerta economicamente vantaggiosa a partire da 1milione e 440mila euro. Fu aperta a novembre 2015 ma per individuare l’Ati vincitrice, con i complessi meccanismi previsti, occorse sino a maggio 2016».
«Per sminuire il pieno merito del nostro assessore – dice ancora il Psi – qualcuno ha affermato che solo ora si è concepito il collegamento del ponte alle ciclabili. Falso. Avuto il via libera dalla Soprintendenza archeologica per il vecchio tratto selciato che conduceva alla “barca” dal lato di Grosseto e superato il confronto con la Provincia per l’utilizzazione di un tratto di argine, fu individuato il percorso che dal ponte avrebbe portato sino alla ciclabile di via Meda, senza interessare la pericolosa strada provinciale della Trappola. Legambiente e FIAB ne sono buoni testimoni. Mostro questo tracciato, che fu presentato alla stampa a maggio 2015: I successivi progetti esecutivi potranno anche averlo modificato, ma mi interessa dimostrare che niente fu lasciato in sospeso, anche se ovviamente non tutto si può finanziare in un unico momento e dal 2016 la palla è passata all’amministrazione successiva».
«L’attuale amministrazione – conclude la nota fruendo di specifici contributi ha posto mano al completamento delle reti ciclabili, compresa quella che proviene dalla nuova piazza della Stazione (anche il rifacimento di quella piazza è merito dello stesso nostro assessore) e quella che porterà a Roselle. Non possiamo che rallegrarcene. Per tutto questo noi del Psi ci approcciamo alla inaugurazione con una doppia soddisfazione, sia come cittadini sia come forza politica per aver concepito e realizzato un’opera che resterà nella storia della nostra città».