GROSSETO – «Con l’ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio comunale lunedì scorso è stato compiuto un passo importante nella direzione giusta per affrontare e, ci auguriamo, risolvere il problema delle maleodoranze, verosimilmente riconducibili agli impianti a biogas, che ormai rendono la nostra aria praticamente irrespirabile» a dirlo una nota dei gruppi consiliari di opposizione Pd e Lista Mascagni .
«Un ordine del giorno annunciato dal sindaco a fine gennaio – prosegue la nota – in risposta ad un’interrogazione che avevamo presentato, grazie anche al contributo del comitato ‘Aria Pulita’, per sollecitare l’Amministrazione comunale a fornire chiarimenti su questa problematica ed a farsi carico di quanto di propria competenza. E’ così che il sindaco e la giunta sono stati impegnati ad attivarsi affinché intervengano presso la Regione perché emani una normativa che individui modalità di esercizio ecosostenibili degli impianti a biogas, prevedendo specifici parametri, fonti di approvvigionamento e prescrizioni volte a tutelare gli imprenditori, la salute e la qualità della vita della cittadinanza del Comune di Grosseto. Non solo. Grazie ad un nostro emendamento il Sindaco è stato inoltre impegnato ad attivarsi per verificare presso gli enti competenti il rispetto delle prescrizioni stabilite in sede di autorizzazione degli impianti, e ad adottare ogni conseguente provvedimento allorché risultasse la violazione, anche parziale, di tali prescrizioni, con particolare riferimento all’adozione di tutte le misure necessarie a prevenire disturbi legati a eventuali maleodoranze».
«Impegni importanti – dice ancora la nota – quelli che il Consiglio comunale ha assegnato al Sindaco, che siamo certi non tarderà a darvi esecuzione. Perché la problematica è molto complessa e coinvolge numerosi attori, ciascuno dei quali è chiamato a fare la propria parte. Innanzitutto la Regione, che deve colmare un vuoto normativo. Risulta pertanto importante l’impegno assunto dal consigliere regionale Leonardo Marras il quale, all’indomani del Consiglio comunale, si è fatto carico a sua volta di impegnare la Giunta regionale con una mozione ad hoc. Poi l’Arpat, che aveva subordinato il rilascio delle autorizzazioni alla costruzione ed all’esercizio degli impianti ad una serie di prescrizioni, tra cui l’adozione di “tutte le misure necessarie a prevenire disturbi legate a eventuali maleodoranze”».
«Un ruolo fondamentale chiaramente lo gioca l’Azienda Usl che, ad oggi – chiarisce la nota – per il tramite dell’U.F. Igiene pubblica riferisce di aver effettivamente ricevuto numerose segnalazioni di disagi derivanti dalle emissioni odorigene e, se pur come Unità funzionale non ha acquisito evidenze documentate di episodi di malessere o danni alla salute, non esclude che vi siano state persone che si sono rivolte ad altre strutture sanitarie in seguito a malori da miasmi.
Per tali ragioni, con una nota del 03.01.2019 indirizzata al Comune di Grosseto l’Azienda USL ha “sollecitato il sindaco, in qualità di autorità sanitaria locale, ad adottare necessari provvedimenti di competenza atti ad impedire il manifestarsi o i perdurare degli inconvenienti, come già segnalato”. In ultimo si rivela infatti essenziale l’azione del sindaco, chiamato ad esercitare non solo le prerogative di autorità sanitaria locale, ove necessario, ma altresì un ruolo di coordinamento di tutti gli attori sopracitati e di controllo delle attività degli impianti attraverso la polizia municipale».
«Ruoli di cui Vivarelli Colonna riconosciamo si sta facendo carico – concludono i consiglieri Pd e Lista Mascagni – ma lo sollecitiamo a fare ancora di più. Non solo chiediamo che i controlli siano essere intensificati, ma chiediamo che le risultanze del tavolo tecnico che ormai da mesi sta lavorando, e che a breve tornerà a riunirsi, comincino a tradursi in azioni concrete. Quel gruppo di lavoro, dopo aver messo da parte l’ipotesi di una campagna di monitoraggio perché ritenuta troppo onerosa, aveva infatti individuato alcune soluzioni percorribili per abbattere quantomeno i disagi derivanti dalle emissioni odorifere: vuoi mediante l’impiego di specifici prodotti chimici, vuoi, meglio ancora, mediante una selezione mirata della ‘dieta’ impiegata per l’alimentazione degli impianti. Buone pratiche che non sono subordinate all’emanazione di alcuna legge e che, fin da subito, ben potrebbero essere messe in atto».