GROSSETO – In occasione della Giornata Internazionale delle donne il Segretario della Flc Cgil di Grosseto, Cristoforo Russo, propone una riflessione sul ruolo delle donne nel mondo della scuola e della formazione.
“La Giornata Internazionale delle donne è l’occasione per sostenere e rendere viva una mobilitazione che deve essere continua tutti i giorni, ribadendo i temi politici di genere che caratterizzano la nostra azione sindacale, tutti i giorni, in tutte le sedi di confronto e in ogni posto di lavoro. Come Sindacato dei lavoratori della conoscenza abbiamo il dovere di vigilare sulle condizioni di lavoro nel settore della scuola, della formazione e della ricerca e questo ovviamente non può prescindere dal garantire parità di accesso e di trattamento tra donne e uomini e dal sostegno di politiche a tutela della maternità.
Sappiamo bene che la presenza delle donne nel comparto della scuola è molto elevata, con una percentuale media tra le aule scolastiche che si aggira sull’80%: un dato altissimo nella scuola dell’infanzia dove oltre il 90% del personale è donna, per proseguire nella scuola primaria e secondaria di I° grado dove la percentuale di donne è intorno all’80% e di poco inferiore nella scuola secondaria di II° grado, in cui la presenza maschile è un po’ più alta rispetto agli altri cicli di istruzione. E’ un settore quindi in cui le politiche legate ai diritti delle donne e alla parità di genere risultano essere molto importanti e per questo dobbiamo vigilare con attenzione.
C’è aspetto, in particolare, che mi preme sottolineare: la presenza femminile diminuisce bruscamente con l’aumentare del livello stipendiale e del grado di istruzione in cui si lavora, nell’università italiana le ricercatrici sono circa il 35% del totale, solo il 20% le professoresse ordinarie. Le donne che ricoprono il ruolo di rettore sono 6 su 82 secondo i dati della CRUI, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, del 2018.
Ma nel settore della conoscenza c’è anche un altro confine dettato dalla discriminazione di genere, ovvero il fatto che nei settori delle scienze, della matematica, dell’informatica e in quello dell’ingegneria la componente femminile è decisamente inferiore rispetto alle materie umanistiche e della formazione. C’è quindi un riflesso dei pregiudizi sociali per cui le donne sono spinte verso settori più adeguati alle caratteristiche stereotipate delle donne, come quelle della cura e dell’educazione.
Credo che la formazione rivesta un ruolo centrale e strategico per combattere gli stereotipi e per formare le nuove generazioni con un approccio culturale davvero libero dalla questione di genere. Proprio per questo l’educazione alle differenze e al rispetto dell’altro deve essere una pratica diffusa in tutte le scuole che vada oltre quella cultura solo formale delle pari opportunità e che invece sia fautrice di una vera coscienza egalitaria.
Una formazione che faccia emergere le criticità e le relazioni di potere sbagliate che si instaurano attraverso gli stereotipi maschili e femminili e che spesso sfociano nella discriminazione e nella violenza, fisica e psichica.
Mi auguro quindi che presto gli alunni delle nostre scuole possano trovarsi davanti in ugual misura sia insegnati maschi che donne, che vedano ricoprire i ruoli apicali da entrambi i sessi in modo paritario, così che possano sognare a loro volta di diventare ciò che desiderano, liberi dalle restrizioni degli stereotipi di genere. E’ per questo che l’8 marzo manifesteremo con tutta la Cgil, il coordinamento donne Cgil, Cisl, Uil e le associazioni della Rete delle Donne per ribadire che sui diritti delle donne e sulle questioni di genere non è possibile fare passi indietro, ma anzi tutti dobbiamo fare molto di più“
Gli appuntamenti sono: venerdì 8 marzo alle 17 a Semproniano con “Che importa se siam donne” una lettura di Michela Buttignon dal libro Diario di una diversa di Alda Merini, con commento di Simone Duranti, ricercatore della Scuola Normale Superiore di Pisa e di Barbara Benigni, professoressa di pedagogia e per martedì 19 marzo alle 17:00 al Museo di Storia Naturale di Grosseto con “Diciamo NO al DDL Pillon” un incontro per analizzare i cambiamenti proposti dal disegno di legge.