GROSSETO – Oggi pomeriggio il presidente Leonardo Marras è stato a Firenze, alla Corte dei Conti, per illustrare ai giudici le enormi difficoltà di gestione del bilancio da parte della Provincia, che nel 2012 riuscirà a rispettare il Patto di stabilità, ma che non potrà farlo nel 2013 e 2014.
«Alla magistratura contabile – spiega Marras – ho spiegato che il sistema non è più in grado di reggere perché il parametri del Patto di stabilità ci stanno strangolando progressivamente, e ci impediscono di pagare le imprese fornitrici di beni e servizi. Con il doppio risultato di mettere in crisi il nostro tessuto d’impresa e d’impedirci di dare risposte ai bisogni della popolazione residente sul territorio.
Da un punto di vista contabile, siamo nella condizione paradossale di un ente virtuosissimo, con i conti in ordine, un indebitamento per mutui molto basso e una grande disponibilità di liquidità in cassa, ma oggettivamente impossibilitato a svolgere i propri compiti statutari. Per il 2012, facendo i salti mortali, siamo riusciti ad approvare un bilancio preventivo che rispetta il Patto di stabilità, ma non saremo in grado di ottenere lo stesso risultato nel 2013 e 2014. Nel prossimo biennio, infatti, non potremo più pagare la stragrande maggioranza delle imprese fornitrici di beni e servizi, con il blocco di ogni attività, a meno di uno sforamento del Patto di circa 15 milioni di euro. Questo al netto degli ulteriori tagli che arriveranno con il decreto sulla spending review.
È chiaro che così non è più possibile andare avanti e che o il Governo rivede alla svelta i parametri del Patto di stabilità, oppure dovremo chiudere baracca, con conseguenze facilmente immaginabili.
Quanto alla cosiddetta spending review, se ci atteniamo alle bozze circolate sui media, è chiaro che i tagli addebitati alle Province sono del tutto inaccettabili: 500 milioni nel 2012 e 1 miliardo nel 2013, che si aggiungono a quelli già stabiliti dalle manovre precedenti, tutte durissime, che ci hanno ridotto di 3,3 miliardi i bilanci da qui al 2014.
Si continua poi a suddividere il peso dei tagli in maniera del tutto sproporzionata, con un carico sempre maggiore sulle Province. Questo è evidente, calcolando l’incidenza del taglio sulla spesa corrente: per il 2012 per le Province si tratta del 5,9%, contro il 2,6% delle Regioni e lo 0,97% dei Comuni. E nel 2013 arriviamo ad un taglio del 11,8% per le Province contro il 4,33% delle Regioni e il 3,8% dei Comuni.
A questo punto diventa perfino ridicolo continuare a parlare di razionalizzazione delle Province: con queste cifre almeno la metà delle Province andrà in dissesto nel 2012 e nel 2013 tutte le altre».