GAVORRANO – All’indomani del tavolo di consulta tra le amministrazioni locali, i dipendenti di Scarlino Energia e sindacati, svoltasi a Follonica nella giornata di ieri, una delegazione degli operai è stata invitata dal sindaco di Gavorrano Andrea Biondi al consiglio comunale odierno. Uno spazio pubblico concesso, proprio per lanciare il messaggio di solidarietà da parte di tutto il consiglio comunale gavorranese, paese di residenza di una decina di dipendenti in procinto di essere licenziati dopo lo stop definitivo da parte del Consiglio di Stato dell’inceneritore di Scarlino. Sono 36 in tutto gli operai per cui è partita la procedura di licenziamento e arrivati in fondo a un percorso di dieci anni di incertezze sul proprio posto di lavoro, di cui sono terminati anche tutti gli ammortizzatori sociali.
Qualcuno dei dipendenti potrebbe essere collocato all’interno degli stabilimenti tra Grosseto e Siena, ma al massimo una decina, forse neanche. Tutti gli altri saranno licenziati. L’azienda in questo momenti tiene il colloquio con i sindacati a un regime minimo.
Dai municipi del nord della provincia il messaggio è di disponibilità e solidarietà totale verso gli operai e le loro famiglie. Loro, dall’altra parte, pur apprezzando lo sforzo delle amministrazioni locali per trovare una soluzione, si dichiarano «molto sfiduciati dalla politica di questi anni».
«E’ la prima volta che le istituzioni fanno qualcosa di concreto e per questo le ringraziamo – ha detto il dipendente dell’azienda Simone Ticciati, a nome di tutti -. Siamo qui per una diatriba politica che va avanti dal 1998. Da dieci anni siamo in un limbo e non è certo colpa nostra. Ribadiamo che l’impianto non è fermo perché inquina, va ricordato che anche l’ultima sentenza è stata fatta contro la Regione Toscana non contro l’impianto perché in realtà non ha delle carenze tecniche ma il punto chiave sono le autorizzazioni. Questo va detto perché se no qui si passa come degli sciagurati che lavorano all’inferno. L’Asl, l’Arpat hanno dati pareri positivi sull’impianto e allora diciamo anche, che le istituzioni si dovrebbero fidare delle istituzioni».
«La politica e i comuni non sono uffici di collocamento – è stato il commento del sindaco Andrea Biondi -. Politica significa progettualità e sviluppo di un territorio. Se invece porta avanti delle campagne che sono fine a se stesse e prive di una visione dello sviluppo di un territorio, si impoverisce totalmente del suo ruolo. Quindi, ieri in fase di concertazione ho provato dell’imbarazzo politico e ho messo alcuni puntini sulle “i”, ma non sono entrato a gamba tesa per non strumentalizzare, però ribadisco quello detto; è una pagina brutta della politica. La politica può perdere delle sfide. Ci sono progettualità che possono essere sbagliate e si rivelano nel tempo non completamente esatte ma ci devono essere le progettualità. E in questa dinamica la progettualità è stata completamente assente».