GROSSETO – «Le elezioni amministrative si stanno avvicinando, accompagnate dalle solite voci riguardanti candidati presunti o meno. Se è vero che ai cittadini dovremo dare dei nomi, sono altrettanto convinto che si debbano dare anche altri tipi di risposte. Dopo la bruciante sconfitta alle elezioni politiche del 4 Marzo 2018 io e il Direttivo che mi affianca abbiamo pensato di cercare di cambiare rotta. L’analisi della sconfitta è ormai un mantra della sinistra: riunioni infinite a parlare di risultati politici e delle loro implicazioni. Noi abbiamo voluto svilupparla in qualcosa di diverso». Federico Badini, segretario del Pd di Castel del Piano.
«Da allora abbiamo avviato un calendario fitto di incontri aperti a tutti gli iscritti ogni settimana e a tutti i simpatizzanti e non, una volta al mese, toccando vari argomenti, dal lavoro alla cultura. Da qui abbiamo deciso di impegnarci in un percorso di apertura ancora più accentuato: da Ottobre a Gennaio abbiamo incontrato numerose realtà associative del nostro comune, la linfa vitale del nostro territorio, lontano dai riflettori, con l’intento di capirne proposte e criticità, isolando idee da inserire nel programma della lista civica di centrosinistra che si presenterà alle elezioni».
«Siamo convinti che una delle cause che ha segnato la sconfitta del PD è stato certamente l’isolamento anche verso queste realtà e la difficoltà di comprendere un mondo che è mutato nel suo essere e nelle sue richieste. Per questo, all’ascolto e alla condivisione delle idee, va affiancata la voglia di novità e l’obbligo di abbandonare vecchie pratiche ormai fuori dal tempo, come il dover esistere solo per poter amministrare il potere».
«Il candidato che il Partito Democratico sosterrà non potrà che essere rappresentate di una lista aperta a più esperienze e basata sulle caratteristiche su cui abbiamo impostato la nostra discussione. L’umiltà di stare in un percorso in cui non siamo gli unici protagonisti è qualcosa a cui non possiamo sottrarci se non vogliamo apparire come coloro che non sono capaci di interpretare questa nuova situazione che vuole sì cambiamento, ma anche le risposte concrete ad una deriva che non rappresenta gran parte della popolazione».