FOLLONICA – «Rolando Stella si è affrettato a prendere atto “della dichiarata fine dell’esperienza di Gente di Follonica”. Comprendiamo il suo evidente compiacimento, peccato non abbia letto o compreso che “Gente di Follonica” esiste e sta discutendo del proprio futuro, ma non per chiudere» così Ettore Chirici di “Gente di Follonica” commenta la nota del coordinatore del centrosinistra follonichese Rolando Stella.
«Lo facciamo a maggior ragione per i riconoscimenti che proprio in questi giorni un po’ di persone ci hanno rivolto. Che la coalizione politica che ha sorretto Benini nel 2014 sostanzialmente non ci sia più o, per lo meno, non nello stesso modo è un dato di fatto da molto tempo. Superare l’esperienza di “Gente di Follonica” non significa aver chiuso. Ci rendiamo conto che di fronte a forze che hanno numeri importanti – frutto di voti e quindi consensi ottenuti –, per far crescere una migliore e più forte capacità di governo locale, ci sia bisogno di maggior incisività. Questa è la nostra discussione che non dà nulla per scontato».
«Ci sarebbe piaciuto, come chiesto nell’autunno 2017, un bilancio serio, ponderato, fuori da schemi, dell’operato della Giunta e della maggioranza – prosegue Gente di Follonica -; ci sarebbe piaciuto e ci piacerebbe ragionare su cosa vorremmo e potremmo ancora fare assieme per il futuro di Follonica, dei suoi cittadini e di questo territorio. Ad oggi non ne vediamo traccia. Per questo stiamo ragionando a tutto campo, non escludendo alcuna soluzione verso le amministrative 2019, soprattutto se avremo la capacità o meno di intercettare i non pochi delusi o comunque critici di questi quattro anni e mezzo. Si tratta di ragionare sui metodi di governo, sul funzionamento del Consiglio comunale, sui rapporti con la società, sulle risposte da dare per il lavoro, l’ambiente, la coesione sociale.
L’avanzata di forze come la Lega il 4 marzo scorso, anche a Follonica, non è frutto solo di una tendenza nazionale. Qualcosa nel profondo anche della società locale, tra i cittadini, è successo. Forse dovremmo interrogarci come lanciare e far vivere un progetto per il territorio ricco di contenuti, coinvolgente e credibile, che non “autoseleziona” i bisogni, i timori, le aspirazioni delle persone; anzi, cerca di comprenderle e dar loro risposte serie. Altro che formule» conclude Chirici.